La Privacy non è mai la benvenuta nella Agenzia investigativa.

Nessun detective privato o di Stato può dire di amare la Privacy; per via delle sue regole che talvolta rallentano o addirittura ostacolano le indagini.

         Nelle investigazioni private la Legge sulla Privacy dilata costi e tempi a sfavore dei clienti economicamente più deboli, che spesso non possono permettersi di affrontare costi maggiori, per via dei percorsi investigativi più tortuosi, perché rispettosi delle regole.

         Quando anni fa fu costituito in Italia il Garante della Privacy non fu difficile prevedere tanta burocrazia per nulla. E, infatti, il costosissimo ente non ha quasi mai protetto nessuno, salvo quella volta che affermò con forza di diritto dei nostri politici di pippare cocaina senza dover rendere conto a nessuno.

         Da titolare di Agenzia investigativa, imbracciando potenti teleobbiettivi o visori notturni, ho sempre violato la privacy… nei limiti consentiti dalla Legge, s’intende. E l’ho sempre detestata sino a quando non ho iniziato a conoscere quella “estera”: se, infatti, la nostra legge sulla privacy può sembrare solo eccessivamente burocratica e selettiva, in molti altri paesi sfiora livelli da commedia dell’assurdo.

         Per esempio, in Italia sono consentite le intercettazioni tra presenti, in molte altre giurisdizioni no. In altre parole, se hai una cliente regolarmente maltrattata e minacciata dal marito o sul posto di lavoro, in Italia puoi aiutarla dandole in microregistratore o una microcamera da nascondersi addosso per comprovare i reati subiti; in California e in molti altri paesi no: affinché una registrazione tra presenti sia legale e ammissibile in Tribunale, la povera donna dovrebbe ottenere il consenso anche di chi la maltratta.

         In Italia è consentito all’Investigatore privato di usare i localizzatori satellitari sugli automezzi per aiutarsi nel pedinamento e ciò ha reso molto più accessibili economicamente per i meno abbienti certe sorveglianze a lungo termine o certi servizi di prevenzione anticrimine (si pensi a uno stalker che perseguita la propria vittima spostandosi in auto). In Florida no: solamente la polizia può satellizzare agli automezzi senza il consenso del proprietario. Pertanto: o il persecutore utilizza l’autovettura che gli ha prestato la stessa vittima, o quest’ultima deve essere abbastanza ricca da permetterti un servizio di sorveglianza H24/7.

         Se in Italia un truffatore lamenta terribili patologie invalidanti per gabbare l’assicurazione, il detective privato della Agenzia investigativa italiana lo aspetta fuori di casa nella speranza che esca e vada ad “ammazzarsi” di lavoro da qualche parte, svolgendo mansioni incompatibili con l’infermità lamentata. Tuttavia, spesso basta che il furbacchione decida di falciare il prato di casa o di ridipingere la facciata, purché sia visibile dalla pubblica via, ed è fregato.

         In Germania no: il concetto di aspettativa privacy in casa propria è così assoluto e… ottuso, da costringere il povero collega teutonico a ignorare tutto ciò che avviene dentro la magione, anche qualora il malandrino, falso paralitico, improvvisasse esercizi al trapezio nel suo prato davanti a casa.

         Ma la spazzatura, enorme risorsa per gli investigatori di tutto il mondo, riserva le sorprese maggiori per l’Agenzia investigativa: in Italia è consentito prelevare qualsiasi cosa l’indagato butti via, purché sia su suolo pubblico, e usarla contro di lui. In Inghilterra no: puoi consultarla, magari fotografarla o fotocopiarla, ma poi devi rimetterla al suo posto. In molte città americane, invece, il solo cercare nella spazzatura (dumpster diving and scavenging) ti può costare una multa salata, perché il Municipio ti considera a priori un commerciante di robe-vecchie che specula sulla “sua” spazzatura.

         Insomma più conosco la Privacy straniera più apprezzo quella italiana.