Per l’agenzia investigativa le indagini sugli abusi della Legge 104 non sono semplici come quelle sugli assenteisti.

L’agenzia investigativa e le indagini sugli abusi della Legge 104

Recentemente sono stato chiamato a valutare il lavoro di un’altra agenzia investigativa, la cui sorveglianza aveva determinato il licenziamento per giusta causa di un presunto abusante della Legge 104.

Il lavoro era stato fatto assai approssimativamente e con due gravi carenze tecniche: un appostamento eseguito a una distanza eccessiva; tale da non garantire sufficiente attenzione sull’obbiettivo, poiché i detective avevano assunto per scontato che il sorvegliato si muovesse in auto (e invece proprio nel periodo di osservazione la vettura era a riparare, costringendo il soggetto a spostarsi a piedi). E poi c’era da eccepire la discutibile scelta strategica-investigativa di aspettare il proprio sorvegliato presso il familiare da assistere, anziché pedinarlo nei suoi spostamenti sin dalla propria abitazione, per documentare meglio l’eventuale truffa.

Recentemente ho saputo che la mia “perizia” corredata di fotografie e rilievi planimetrici è stata letta dal Giudice, determinando una decisione in favore del lavoratore. Ne sono stato contento, perché non c’è niente di peggio che accusare qualcuno senza avere prove certe sulla sua colpevolezza.

Il fatto è che il contrasto agli abusi della Legge 104, salvi i casi più spudorati di “simpaticoni” che partono per vacanze da sogno ai Caraibi, è molto più complicato del semplice assenteismo, perché i magistrati si sono dimostrati (giustamente) sensibili nel trattare la materia, comprendendo che l’assistenza a un parente disabile è spesso uno tra i compiti più stressanti, cui si possa venire chiamati, e traducendo tutto ciò in buona giurisprudenza; ora sta al titolare dell’agenzia investigativa adattarsi al sempre più complesso approccio giurisprudenziale, per non commettere errori che comportano cause perse al cliente o ingiusti provvedimenti contro i lavoratori.

Ai detective, cui assegno una sorveglianza per sospetto abuso della Legge 104, faccio un paragone con le indagini di sospetto adulterio che calza a pennello per descrivere l’approccio investigativo necessario. Nei casi di infedeltà matrimoniale i clienti dell’agenzia investigativa si dividono in due grosse categorie: i pragmatici e i romantici. Ai primi è sufficiente avere la prova del tradimento per separarsi, mentre i secondi hanno bisogno di ogni singolo dettaglio sul tradimento per poter elaborare il lutto della separazione o trovare eventualmente spunto per una riconciliazione. Ecco: i pragmatici stanno ai clienti che ci affidano indagini su dipendenti assenteisti (materia molto più semplice e lineare), così come i romantici a quelli che vogliono verificare un sospetto abuso della Legge 104. Quest’ultima verifica, infatti, richiede un’accurata strategia investigativa, una più stretta sorveglianza e molta più attenzione ai dettagli.

Tempo fa i detective della mia agenzia investigativa colsero una sospettata dedicarsi mezza giornata alla madre disabile, ma trascorrere l’altra mezza giornata di permesso chiusa in casa propria. Per di più la madre sembrava autosufficiente, tanto che le due osservate facevano delle lunghe passeggiate insieme chiacchierando amabilmente tra loro. Così sembrava da lontano. Dissi ai miei collaboratori di avvicinarsi il più possibile e verificarono che l’anziana donna aveva una grave forma di demenza senile; quelle che da lontano sembravano piacevoli conversazioni erano stressantissime discussioni.

Alcuni aggiornamenti giurisprudenziali, infatti, hanno riconosciuto legittimo dedicare parte o tutta la giornata di permesso al riposo personale in quanto particolarmente provati dall’assistenza del proprio familiare.

In un altro caso la mia agenzia investigativa si occupò di un dipendente che si dedicava al padre. Questi intervallava l’assistenza a giri e lunghe soste in auto senza un apparente motivo; solamente il potente zoom di una telecamera mostrò il volto rigato dalle lacrime dell’uomo, che ogni tanto, non riuscendo a trattenere il pianto per la grave malattia del genitore, si allontanava con la scusa di effettuare piccole commissioni.