In un’agenzia investigativa si assiste a molte forme di politicamente scorretto, ma nulla è più deleterio del politicamente corretto a tutti i costi.

Spesso l’ipocrisia in cui può sconfinare il “politicamente corretto” è inadatta alla mentalità di chi lavora in un’agenzia investigativa, che deve cercare la verità e presentarla nel modo più fedele possibile.Quante storie per la tempesta, anzi: per la modesta perturbazione ormonale di un uomo di mezza età o poco più. Amadeus durante la conferenza stampa su Sanremo 2020 era visibilmente emozionato in mezzo a tutte le belle donne che contribuiranno al successo del Festival canoro, ma non ha detto nulla di politicamente scorretto. Era solamente sotto leggero attacco ormonico e continuava a rimarcare la bellezza fisica delle sue partners professionali, sulla quale loro stesse hanno costruito le loro carriere; quale maschio sano e ammiratore entusiasta della bellezza femminile non avrebbe perso parzialmente il controllo?

Poi il conduttore ha espresso malamente il concetto che l’attuale compagna di Valentino Rossi, Francesca Sofia Novello “È stata scelta da me perché vedevo che… intanto, la bellezza, ma anche la capacità di stare vicino a un grande uomo (ndr: The Doctor) stando un passo indietro”. Attaccandosi a quel “passo indietro” l’esercito dei politicamente corretti a tutti i costi si è scatenato e ventinove deputate, Laura Boldrini in testa, ne hanno approfittato per darsi un po’ di visibilità, sottoscrivendo una lettera poco sensata; tanto che la stessa Novello è intervenuta per difendere Amadeus.

         In molti anni di investigazioni private ho assistito ai peggiori stereotipi sessisti. La peggior cosa che abbia mai ascoltato nella mia agenzia investigativa devo purtroppo riconoscerla alle donne: signore tradite, abbandonate dal marito, spesso anche derubate e picchiate ritengono responsabile di ciò che sta capitando loro non già l’omiciattolo che hanno sposato, ma la sua amante, perché: “sia sa, l’omo è omo. È lei che gli ha fatto perdere la testa” (qui le deputate, se fossero coerenti con la loro fissazione col politicamente corretto, potrebbero eccepire la svalutazione del maschio in quanto essere senziente). Concordo sul fatto che l’uomo sia più incline alla poligamia della donna, ma non transigo sul maltrattare e derubare la tua compagna di una vita, spesso madre dei tuoi figli, solamente perché hai incontrato una ventenne che ti fa girare la testa e dimenticare che devi morire.

         Ancora un primo posto a pari merito della classifica spetta a una qualsiasi giustificazione della violenza verso chi commette adulterio. In più di un’occasione ho buttato fuori all’istante dall’agenzia investigativa clienti proprio perché si mostravano troppo aggressivi nei confronti del partner sospettato di infedeltà.

Tuttavia nel mio lavoro (e, a seguire, in quello di avvocati e giudici) non c’è risultato peggiore da quello prodotto dal politicamente corretto a tutti i costi: anni fa colsi la moglie di un cliente della mia agenzia investigativa intrattenere una relazione extraconiugale con un’altra donna e portare con sé il figlioletto ancora in fasce a copertura dei suoi incontri clandestini. I giudici erano così preoccupati di non fare un torto a una coppia clandestina di lesbiche, che gli stava sfuggendo il modo poco materno in cui le due donne sballottavano l’infante pur di portare avanti i loro ménage.

         Più recentemente un extra-comunitario, clandestino in Italia e con precedenti penali, è riuscito a evitare l’espulsione, sposando la figlia di clienti della mia agenzia investigativa. Non è valso a nulla spiegare tempestivamente la situazione alle Autorità competenti, perché (parole di un funzionario che avrebbe potuto impedire la truffa): “è un campo minato dare addosso a un delinquente se non è italiano e dalla pelle chiara”.

         Intendiamoci: il politicamente corretto, se gestito con saggezza, è una formidabile arma per far cessare sul nascere comportamenti biasimevoli a tutela dei più deboli, ma nel caso specifico più che di Amadeus mi preoccuperei delle cacofoniche cantilene con cui molti così detti cantanti ammorberanno il Festival della Canzone.