Coronavirus tra miserie umane, diritto/dovere di cronaca e terrorismo giornalistico.

Per un’agenzia investigativa (ma dovrebbe essere così per tutti)
il vero virus è l’ignoranza nel senso più ampio e devastante del termine.

L’emergenza COVID-19 ci ricorda che dobbiamo morire e c’è poco che si possa fare per evitarlo. Nonostante secoli di scienza ippocratica e una più recente (seppur secolare anch’essa) consapevolezza virologica, l’umanità resta in balìa di virus e malattie letali. Nonostante si infligga da secoli torture inutili a povere bestiole, chiamandola vivisezione o sperimentazione, la specie umana è ancora oggi decimata da numerosissime malattie incurabili.

Il progresso del mondo occidentale è solamente un’illusione di maggiori cure e di una maggior sicurezza. Posso dire che in 30 anni da titolare di agenzia investigativa ho imparato di più dalle missioni svolte in Paesi considerati arretrati che da quelle nei Paesi più progrediti. Almeno lì affrontano la vita e la morte con maggiore rassegnata dignità.

Anni fa, per conto di un cliente della mia agenzia investigativa, andai un paese così detto sottosviluppato a svolgere un’indagine su una truffa internazionale. Ingaggiai sul posto un simpatico giovanotto per farmi da guida e interprete, ma il poveretto morì durante la missione dopo aver contratto un banale malanno, del quale talvolta si muore anche qui in Europa.

Fu stranamente confortante vedere come i suoi familiari e amici accettassero l’ineluttabilità della morte. Qui da noi, la fragilità che ci regala la nostra apparente superiorità, ci rende pretenziosi e prepotenti. Blateriamo d’aver sconfitto una malattia mentre dovremmo limitarci a dire d’essercela cavata; c’illudiamo di aver piegato la natura fino al prossimo cataclisma.

         Il Coronavirus ha evidenziato un’altra triste verità: è stato provato ancora una volta che la maggior parte dei media, giustificandosi col dovere di cronaca, agiscono come strilloni interessati unicamente a vendere sino all’ultima copia del loro giornale. In verità a questo fenomeno ci sono abituato, occupandomi da molti anni di indagini in favore di imputati innocenti rivoltisi alla mia agenzia investigativa.

In questi giorni di contagio, vedo alcuni di questi “strilloni” premettere falsamente “non per creare allarmismo…” e poi praticare le peggiori forme di terrorismo giornalistico. Così come da anni vedo clienti della mia agenzia investigativa, non importa se colpevoli o innocenti, sbattuti come mostri in prima pagina.