Per il Magistrato Davigo è inutile aspettare le sentenze.

<center> Da investigatore privato abilitato alle Indagini Penali Difensive si percepisce che il processo è interamente in mano ai magistrati, soprattutto a quelli dell’Accusa, e che siamo lontani dal traguardo del Giusto Processo.
Da investigatore privato abilitato alle Indagini Penali Difensive si percepisce
che il processo è interamente in mano ai magistrati, soprattutto a quelli dell’Accusa,
e che siamo lontani dal traguardo del Giusto Processo.

Piercamillo Davigo, partecipando nella trasmissione Piazzapulita ha affermato: “L’errore italiano è stato quello di dire sempre: ‘Aspettiamo le sentenze’ Se invito a cena il mio vicino di casa e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche, non devo aspettare la sentenza della Cassazione per non invitarlo di nuovo”.

Non ho mai avuto simpatia per il togato, ma questa volta non ha tutti i torti, almeno in linea teorica: è chiaro che si riferisse all’abitudine del politico o dirigente nostrano a rimanere attaccato alla sua poltrona e addirittura a ricevere nuovi incarichi di responsabilità, nonostante si trovi nel bel mezzo di una bufera giudiziaria. Non dico di farsi harakiri come avviene in Giappone e neppure di dimettersi in attesa degli esiti processuali (vista la giustizia lumaca che abbiamo), ma almeno non accettare nuovi incarichi in attesa della sentenza. Inoltre sarebbe buona norma venire esclusi da qualsiasi incarico politico o dirigenziale nel pubblico, una volta condannati in via definitiva. Non vedo perché si pretende la fedina penale immacolata a qualsiasi titolare di agenzia investigativa, mentre possiamo essere governati da pluripregiudicati.

Tuttavia, c’è l’altra faccia della medaglia. Svolgendo la mia agenzia investigativa Octopus da trent’anni indagini penali difensive, talvolta mi sono occupato della difesa di politici. In qualche raro caso i miei clienti erano veramente estranei ai fatti, eppur tuttavia accusati ingiustamente con ostinazione persecutoria. Si può dire che da quando ho fondato la mia prima agenzia investigativa tocco con mano lo strapotere delle Procure e l’uso politico delle inchieste giudiziarie, che è affiorato di recente con lo scandalo del CSM con protagonista il magistrato Luca Palamara.

Pertanto, data l’abitudine all’aggressione e all’annientamento giudiziario per scopi politici, come si può pretendere che i nostri governanti non si riparino dietro lo scudo dei loro privilegi di casta? È un po’ lo stesso italico dilemma su guerra all’evasione o abbassamento delle tasse: come puoi fidarti di un apparato statale che ti promette la riduzione delle gabelle e poi si comporta peggio dello sceriffo di Nottingham, oltretutto dilapidando e saccheggiando regolarmente quanto gli affidi?

         Subito dopo il liceo iniziai gli studi di giurisprudenza. Fortunatamente lasciai perdere, poiché appartenevo già alle investigazioni private. In seguito aprii la mia prima agenzia investigativa a 27 anni.

Se avessi intrapreso la carriera forense, penso non avrei retto a lungo tutte le umiliazioni che ho visto subire dagli avvocati per cui ho lavorato in questi 31 anni. Da investigatore privato abilitato alle indagini penali difensive ho percepito molto meno il disagio degli avvocati, ma è come giocare una partita a football con avversari che sono anche proprietari del pallone e del campo da calcio: se sono persone corrette, nessun problema. Altrimenti…