Il cantante Sting accusato di aver fatto sesso con una minorenne nel 1979.

Le indagini su violenza sessuale sono tra le più difficili da affrontare per un’agenzia investigativa.
Le indagini su violenza sessuale sono tra le più difficili da affrontare per un’agenzia investigativa.

Le accuse di violenza sessuale mosse contro Sting sono molto sospette. Il cantante, al secolo Gordon Summer, avrebbe avuto rapporti sessuali con una quindicenne dopo un concerto dei Police tenutosi a Scottsdale il 14 maggio 1979. Soprattutto è strano il risalto mediatico dato alla vicenda dagli stessi avvocati della presunta vittima. Stiamo parlando di uno tra i cantanti più famosi al mondo, ma è sospetto che lo Studio Legale si sia precipitato a organizzare un comunicato stampa. Mi auguro che lo abbia fatto dopo aver appurato con certezza la responsabilità e solo dopo ripetuti inviti a una composizione bonaria tra le parti, altrimenti mi risulta difficile comprendere la loro strategia processuale, salvo ch’essa consista nello spaventare il “povero” Sting per costringerlo a un ricco risarcimento, a prescindere da cosa sia realmente successo.

Quando ancora ero un giovane detective privato alle mie prime collaborazioni con le agenzie investigative, un anziano poliziotto mi insegnò a tenere fuori i giornalisti dalle mie indagini, soprattutto dalle indagini criminali. Da allora ho sempre onorato il suo insegnamento, specialmente negli ultimi 26 anni, come titolare di agenzia investigativa che si occupa di indagini penali difensive.

Il mio amico poliziotto, buonanima, vedeva la ribalta mediatica come un cancro in grado di far perire malamente qualsiasi indagine criminalistica. Ed è proprio su questa ribalta che contano certe false vittime di violenza sessuale, pur d’incassare un corposo risarcimento in sede civile. D’altra parte anch’io in presenza della prescrizione del reato e certo della colpevolezza di Sting, ricorrerei a una sorta di “revenge mediatico”, facendo rivoltare il mio amico poliziotto nella tomba, e fregandomene di rispettare il sacrosanto istituto della prescrizione. Non potendo ottenere soddisfazione nel Diritto Penale la cercherei in quello Civile o in qualsiasi altro Codice.

La seconda stranezza, appunto, è il tempo trascorso: quarant’anni sono veramente tanti. Sebbene la mia agenzia investigativa Octopus si sia occupata di vittime di violenza sessuale rimaste in una sorta di tanatosi della propria coscienza per decenni ed io abbia assistito personalmente a quanto sia difficile, per una giovane persona comune, accusare un idolo delle folle o un pilastro della società o anche semplicemente un adulto. Pensandoci bene: il tempo trascorso non è così sospetto come il comunicato stampa. Sono i mass-media ha rovinare sempre tutto; proprio come diceva il mio amico poliziotto.

D’altra parte, per sua stessa ammissione, Sting è stato un cocainomane e si sa che la droga fa commettere azioni riprovevoli. Ma chi ci dice che l’idea del risarcimento non sia venuta proprio leggendo le confessioni del cantante e sapendo che non sarà mai in grado di ricostruire buona parte della sua gioventù bruciata? Vi ricordate le accuse di stupro mosse da Kathryn Mayorga contro l’attaccante juventino Cristiano Ronaldo? Sono decadute le accuse penali, ma la causa civile di risarcimento, terminata in arbitrato, sta fruttando centinaia di migliaia di euro alla Mayorga.

Quando un cliente si rivolge alla mia agenzia investigativa Octopus per una presunta violenza sessuale, sia che mi debba occupare delle sue indagini penali difensive sia di quelle di parte civile, il mio sforzo è innanzitutto quello di stabilire la verità senza essere usato dal cliente, utilizzando tutti gli strumenti investigativi consentiti: ricerca dei testimoni, ricostruzione dell’ambiente e degli eventi, esperimenti giudiziari, pedinamenti e infiltrazione sotto copertura. Qualsiasi mistificazione o indagine sbagliata in questo settore non solo produce l’orrore di un colpevole rimasto impunito o di un innocente condannato ingiustamente, ma anche quello di molte altre vittime inascoltate o non credute o rinunciatarie dei propri diritti per paura d’essere entrambe le cose.