Mettere al mondo figli e crescerli è la vera scommessa.

Le indagini, svolte dall’agenzia investigativa Octopus su condotte giovanili autodistruttive, hanno rilevato negli ultimi trent’anni uno scenario diverso ma non aggravato.
Le indagini, svolte dall’agenzia investigativa Octopus su condotte giovanili autodistruttive, hanno rilevato negli ultimi trent’anni uno scenario diverso ma non aggravato.

La piccola Antonella Sicomero di Palermo si è soffocata a morte da sola nel tentativo di rendersi interessante o alla ricerca di un nuovo gioco più emozionante attraverso una “blackout challenge” su Tik Tok. Adesso sociologi da strapazzo o esperti di social media si prodigano in spiegazioni su come internet possa essere utile e amichevole, ma anche pericoloso e mortale.

Angelo Sicomero, il papà della povera Antonella, si è giustificato con l’ottimo rapporto di fiducia e di dialogo che aveva con la sventurata figlia. Spesso i clienti della mia agenzia investigativa Octopus vorrebbero vigilare maggiormente sui figli, ma mi chiedono se sia giusto invadere la loro privacy; la domanda giusta è se lascerebbero figli di 10 o 12 o anche 14 anni gironzolare da soli per la città a qualsiasi ora, rassicurati dal solo fatto che sono giovinetti saggi ed equilibrati? Bisogna superare l’errata sensazione che la nostra vita online non possa influenzare quella off-line e viceversa.

         A proposito di privacy, in questa triste vicenda il Garante della privacy, per sollevarsi da ogni responsabilità (e sedare la sua burocratica coscienza), ha preso l’unica decisione che mi sarei aspettato da un ente tanto inutile: ha bloccato Tik Tok sino a quando la piattaforma sociale non sarà in grado d’accertare l’età degli utenti, cioè mai. Tik Tok sicuramente farà ricorso e pioveranno quintali di burocratiche cartacce. Frattanto qualche altro adolescente si ammazzerà prendendo spunto da scempiaggini postate su qualche altra rete o un altro gruppo o un social nuovo o semplicemente, come avveniva ai miei tempi, incontrando per strada un amico più cretino di lui.

Non dimentichiamoci che sono stati proprio i vari “garanti” (fomentando l’ossessione per la privacy) a rendere sempre più difficile la sorveglianza da remoto della prole minorenne online. Gli standard di sicurezza, costantemente innalzati, mettono a dura prova persino i tecnici della mia agenzia investigativa Octopus quando assistono genitori preoccupati dei comportamenti autodistruttivi dei figli.

         D’altra parte, ai miei tempi non c’erano social né smartphone, ma, comunque, era già di per sé una grossa scommessa crescere tra le numerose insidie nascoste nella nostra incoscienza giovanile. Ammetto di vivere pericolosamente da quando ho intrapreso la professione dell’investigatore privato e ho aperto un’agenzia investigativa, ma i rischi affrontati in 40 anni da detective privato non sono nulla a confronto di quelli corsi in gioventù; e non venitemi a raccontare che non è stato così per la maggior parte di noi. Tanto per citare i più classici: la scoperta del fuoco e delle molotov; l’attrazione verso le armi; le scorribande in bicicletta e poi in motorino; moto sempre più grosse e automobili sempre più veloci, i cui tachimetri crescevano in simbiosi con l’imprudenza. Ripensando ai miei primi anni, potrei considerarmi un miracolato o forse solamente fortunato per essermela cavata e aver avuto genitori sempre presenti, di quelli che si fidano ma controllano (come diceva mio padre).