Privacy. Giornalisti e agenzie investigative.

L’agenzia investigativa è un utile strumento per proteggere la propria Privacy.
L’agenzia investigativa è un utile strumento per proteggere la propria Privacy.

Giornalisti e investigatori privati non fanno un lavoro dissimile. Entrambi dovrebbero scoprire la verità in modo più imparziale possibile. Entrambi possono avere i loro metodi per raggiungere questo obiettivo, ma dovrebbero anche essere metodi eticamente corretti, prima ancora che legali.

Il recente caso de Le Iene, che vede condannato a 15 mila euro di risarcimento il giornalista Luigi Pelazza, solleva la questione sui “metodi” adottati in questa professione. La libertà di informazione e il diritto di cronaca sono imprescindibili dalle democrazie contemporanee, ma spesso cozzano con diritti altrettanto importanti.

Forse Pelazza è stato un po’ irruento, in perfetto stile hyaenidae. Tuttavia, stava solamente cercando di avere dei chiarimenti sulla vicenda per cui Selvaggia Lucarelli e Guia Soncini sono state rinviate a giudizio (poi assolte) per aver approfittato abusivamente di immagini e mail dei VIP. Personalmente preferisco lo stile ruvido di Pelazza piuttosto che quello di molti giornalisti. Chi di voi preferirebbe essere hackerato piuttosto che venire inseguito sin dentro l’androne di casa da un giornalista petulante?

La casa è sempre stato il luogo dove ciascuno di noi è maggiormente vulnerabile, soprattutto dopo i recenti periodi di lockdown da coronavirus. E i clienti della mia agenzia investigativa sanno bene che la sicurezza delle loro abitazioni è oramai tutt’uno con quella delle loro attrezzature informatiche; anzi: in queste ultime c’è oramai persino più vita privata che nei luoghi fisici dove abitiamo. Si tratta di aggiornare la mentalità del legislatore che fatica a considerare il web come un’estensione della nostra vera vita.

Con la mia agenzia investigativa Octopus mi occupo da oltre trent’anni di contro-sorveglianza, non solo a livello industriale, ma anche personale: ex-partner stalkerizzati, persone sovraesposte mediaticamente e perseguitate dai giornalisti, VIP. In Italia le leggi sulla privacy e sulla legittima difesa sono molti simili tra loro per un aspetto: non tengono in sufficiente considerazione le vittime di aggressioni informatiche e fisiche

L’agenzia investigativa è in contatto con colleghi investigatori stranieri, in particolare statunitensi, specializzati nella protezione della privacy di VIP, perché in gran parte del mondo la Privacy è faccenda molto più seria che in Italia, dove, ahinoi, si è ridotta al solito carrozzone burocratico. Non dimentichiamo che il nostro così detto Garante della Privacy intervenne prontamente anni fa, sempre contro le Iene, per impedire che gli italiani sapessero esattamente quanti tossicodipendenti abbiamo al Parlamento.