Su affidamento dei figli minorenni e alienazione genitoriale in Tribunale si possono ottenere solamente vittorie di Pirro.

  Alcuni clienti, che si rivolgono alla mia agenzia investigativa Octopus per questioni di tradimenti matrimoniali, finiscono col praticare alienazione genitoriale contro l’ex-partner. In risposta ai piccoli o grandi torti subiti da quest’ultimo, si trasformano in genitori alienanti. L’alienazione parentale o genitoriale può mettere più o meno in difficoltà l’altro genitore, ma è sempre causa di grave nocumento per i figli. I danni che essa può causare li ho potuti osservare di persona in oltre trent’anni di indagini familiari: mi è capitato di assistere clienti della mia agenzia investigativa in materia di affidamento dei figli e a distanza di decenni di dover sorvegliare o rintracciare quegli stessi figli, oramai adulti, per proteggerli da gravi scompensi emotivi o comportamenti autodistruttivi.

È sempre legittimo e utile sorvegliare un minorenne o effettuare intercettazioni tra presenti per dimostrare l’alienazione genitoriale. Tuttavia, quando un genitore si rivolge alla mia agenzia investigativa Octopus per casi simili, sconsiglio di combattere in tribunale. Anche fuori dalle aule è sbagliato esasperare i toni contro l’ex-partner alienante, per due motivi: innanzitutto, il genitore alienante in genere è anche quello affidatario e ha l’irrecuperabile vantaggio di trascorrere molto più tempo con la prole. In secondo luogo: se l’alienazione parentale causa danni incalcolabili nei figli in fase di crescita, la guerra, che essa potrebbe innescare tra i due genitori, decuplica questi danni.

Il genitore alienato dovrebbe ignorare l’ex-partner scorretto e dimostrare ai figli tutto il suo amore e supporto per favorire in loro una crescita psicologica ottimale. La miglior risposta al genitore alienante è l’ottimo rapporto costruito coi figli nonostante le difficoltà. Rifiuto spesso casi di genitori che si rivolgono a me esclusivamente per far “valere i propri diritti di genitori”; non bisogna dimenticare che la genitorialità è più un obbligo che un diritto: ciò che conta in questo ruolo è quali adulti si sia stati in grado di formare e (mi si consenta l’approccio savonaroliano) quale ricordo di sé si abbia lasciato ai figli.

In un mio manuale raccontai di una cliente della mia agenzia investigativa il cui marito straniero aveva sottratto e portato nel suo paese d’origine i figli in barba alle leggi italiane e agli accordi internazionali. E di come la sfortunata signora (non essendo economicamente in grado di esfiltrare, riportare in patria e, soprattutto, di prevenire un secondo rapimento da parte del marito) mi avesse incaricato nel corso degli anni di ottenere video e fotografie della loro crescita. E in alcuni casi di presenziare sotto copertura ai loro momenti più importanti.

Quando i figli sono stati maggiorenni hanno cercato la madre pieni di rabbia paterna, ma è bastato che la donna mostrasse loro l’album di famiglia (collezionato dai detective della mia agenzia investigativa Octopus) per riprendersi tutto il loro affetto rimasto in sospeso per 16 anni. Adesso i figli stanno con la madre, perché il padre, col suo comportamento, si è alienato da solo.

Anche in situazioni meno conflittuali di quella sopra descritta suggerisco, comunque, un approccio morbido; su affidamento dei figli minorenni e alienazione genitoriale in Tribunale si possono ottenere solamente vittorie di Pirro. Se non si ritiene che la sicurezza o il benessere o l’innocenza della prole sia in serio pericolo è meglio stare alla larga da tribunali e assistenti sociali, perché significa esporre i figli a situazioni di grave stress e mettere la loro vita nelle mani di un terzo che potrebbe sbagliare decisioni.