Dopo le dimissioni di Daniel Craig da 007 si è aperta la caccia al nuovo James Bond.

Dopo le dimissioni di Daniel Craig da 007 si è aperta la caccia al nuovo James Bond.
Dopo le dimissioni di Daniel Craig da 007 si è aperta la caccia al nuovo James Bond.

Dopo le dimissioni di Daniel Craig da 007 si è aperta la caccia al nuovo James Bond. I soliti maniaci delle pari opportunità hanno suggerito di far diventare il nuovo agente segreto britannico una donna, ma Barbara Boccoli, la produttrice della saga di James Bond, ha giustamente rifiutato il cambio di sesso, facendo notare che il ruolo è stato pensato per un uomo.

         Gli estremisti delle quote rosa si consolino pensando che nella realtà tra i più abili agenti segreti della Storia ci sono state moltissime donne: Mata Hari, Gertrude Bell, Luisa Zeni, Amy Elisabeth Thorpe, Isabella Maria Boyd. E si dice che persino la bella Marlene Dietrich facesse la spia. Lo stesso dicasi nelle investigazioni private, almeno secondo l’esperienza presso la mia agenzia investigativa Octopus; intendiamoci: l’intelligenza, la tenacia, la presenza di spirito e l’iniziativa non hanno sesso, ma nei pedinamenti o appostamenti una detective donna, in genere, ha molto più spirito di osservazione e visione d’insieme a causa dei rischi d’aggressione che purtroppo sin da ragazza è costretta a correre. Inoltre in molte situazioni una presenza femminile viene percepita come meno pericolosa e invasiva di quanto invece potrebbe capitare con un uomo. Pedinamenti a parte un detective maschio della mia agenzia investigativa Octopus, impegnato in un’indagine porta-a-porta, per quanto belloccio, ben vestito e pettinato, ha molte meno chances rispetto a una collega di farsi aprire l’uscio da potenziali testimoni particolarmente fragili e timorosi.

         Ho sempre avuto maggiori risultati dalle detective femmine della mia agenzia investigativa Octopus anche nelle indagini sotto copertura. In parte a causa della summenzionata minor percezione della pericolosità da parte di una donna rispetto a un uomo e in parte perché, se l’infiltrazione sotto copertura riguarda un ambiente maschile, si sa che l’uomo è statisticamente molto più sensibile al fascino femminile di quanto possa esserlo una donna rispetto a quello maschile. Tuttavia ripeto spesso alle mie collaboratrici e ai miei collaboratori che nelle indagini il sesso (per quanto solamente ventilato) ha le gambe corte e storte: capita sovente che fonti confidenziali fingano di sapere più di quanto sanno per fare colpo sul o sulla detective cui riferiscono le informazioni.

         Nelle investigazioni private, come nello spionaggio, il talento non ha sesso. Saperlo riconoscere è un’abilità fondamentale per un titolare di agenzia investigativa (o un reclutatore dei servizi segreti).

         Il mitico James Bond nella realtà sarebbe una spia mediocre, perché (per esigenze di spettacolo) molte scene d’azione s’innescano su suoi errori operativi che lo fanno scoprire. E i superiori dello 007 inglese sarebbero degli incapaci, perché puntano su un solo uomo e sulla sua fortuna per il successo di operazioni molto delicate.