Sempre più i familiari di vittime di plagio si rivolgo all’Agenzia investigativa

Il plagiario è un manipolatore professionista degli altrui sentimenti, cui può tenere testa solamente un altro professionista come l’investigatore privato.
Il plagiario è un manipolatore professionista degli altrui sentimenti, cui può tenere testa solamente un altro professionista come l’investigatore privato.

Dopo che nel 1981 il plagio è stato depenalizzato, l’Agenzia investigativa è diventata una delle poche risorse per contrastarlo.

         Vi sono tante forme di plagio: il finto amante convince chi finge d’amare a lasciare la famiglia, il truffatore isola la sua vittima per approfittarne meglio, la setta induce un adepto a recidere ogni legame col passato.

Il plagiario è un narcisista e sfrutta a proprio vantaggio le debolezze dei suoi simili. Il suo successo dipende dall’ammirazione che riesce a suscitare nella vittima. Agisce all’interno di sette sataniche, congregazioni spiritualistiche, associazioni filosofiche, centri salutistici e di guarigione, organizzazioni religiose e politiche, bande criminali. Si traveste da guaritore, mago, veggente o spiritista.

         Sembra impossibile contrastare i plagiari, ma in realtà questi delinquenti commettono numerosi crimini, spesso aggravati dell’associazione a delinquere, che permettono ancora qualche margine di manovra all’Agenzia investigativa in collaborazione con l’Autorità giudiziaria. Infatti, in varia misura tutti i plagiari tentano l’illecito arricchimento con l’evasione fiscale, la truffa, l’appropriazione indebita, la circonvenzione d’incapace, il furto o l’estorsione. Sedicenti psicologi, guaritori, stregoni, santoni spesso esercitano abusivamente la professione medica o violano norme igieniche e farmacologiche. I satanisti commettono atti vandalici e furti nei cimiteri, vilipendio di cadavere e crudeltà su animali. Nei casi estremi si sono verificati sequestri, atti di libidine e stupri. In alcune sette circola droga, si fa apologia di reato e si istiga al suicidio. Spesso i racket della prostituzione utilizzano culto del demonio e magia nera per controllare gli oppressi che sfrutta.

         Il recupero della persona plagiata avviene principalmente su due livelli pianificati a tavolino con gli esperti dell’Agenzia investigativa

  1. Una “deprogrammazione dolce”, una sorta di contro-plagio basato sulla pazienza. Bisogna saper aspettare che la vittima, toccando il fondo, si renda conto della sua condizione.
  2. Raccogliere informazioni per attaccare il plagiario sul piano giudiziario e mediatico. Lo scopo è di rendere sconveniente al plagiario lo sfruttamento della sua vittima e indurlo a restituirla alla famiglia.

Dal “Manuale per il rintraccio delle persone scomparse” – Greco&Greco Editore: “I plagiari hanno successo solo con i più fragili: molti di questi delinquenti riconoscono le loro potenziali vittime, proprio come un predatore annusa nel branco l’animale più debole. I più rozzi si limitano a lanciare una fitta trama di corbellerie come una sorta di rete a strascico, sapendo che prima o poi qualcuno resterà impigliato.

         I parenti del plagiato sono i migliori complici di chi lo plagia, poiché nel tentativo di opporsi all’influenza distruttiva, acuiscono i contrasti col proprio familiare e ne accelerano l’allontanamento. Il loro coinvolgimento emotivo è perdente contro il love bombing, i modi affabili e misurati di questi delinquenti: se la vittima ha ancora contatti con la famiglia, fateli gestire da una terza persona meno coinvolta, per non erodere i già risicati spazi di manovra utili al suo recupero.”