È meglio un detective maschio o una detective femmina per lavorare in un’Agenzia Investigativa?

Spesso mi chiedono se nella mia Agenzia Investigativa lavorino più detective uomini o donne, e se queste siano meglio di quelli.

         Quando ho iniziato a collaborare con le mie prime Agenzie Investigative di Milano negli anni ’80, il 99% degli investigatori privati erano maschi e le poche sparute investigatrici ricoprivano ruoli marginali. Alcune Agenzia Investigative utilizzavano la favoletta del personale tutto al femminile come richiamo pubblicitario, ma poi quelli che svolgevano il lavoro sul campo erano solamente uomini.

         Poi aprii la mia Agenzia Investigativa e, già da collaboratore avevo potuto vedere l’enorme potenziale di un’investigatrice rispetto a un investigatore privato.

         Innanzitutto la donna è più abituata sin da giovanissima a essere guardinga, perché purtroppo incombe su di lei il rischio di diventare una preda sessuale. E ciò la rende naturalmente più attenta a tutto quello che le capita intorno e più abile nell’inquadrare le persone, con cui interagisce. Sempre per questo motivo è molto più abituata a rendersi invisibile per scivolare via come una foglia nella giungla che solamente il genere umano riesce a ricreare nei suoi luoghi di convivenza.

         In secondo luogo la donna è tendenzialmente più analitica dell’uomo, spesso sino all’esagerazione e alla perdita della visione d’insieme; ma per ovviare a questo basta affiancarla a un collega più sintetico nelle analisi.

         Un altro motivo per cui ho sempre formato coppie donna-uomo tra i miei detective è che purtroppo una donna appostata sola in auto alle due di notte nella periferia di una città si espone a un pericolo molto più probabile di quanto avvenga se c’è un uomo (sebbene abbia avuto collaboratrici capaci di rendere tale rischio totalmente a carico di loro eventuali aggressori).

         Un terzo pregio della donna detective è di essere accettata in una serie di situazioni in cui un investigatore privato maschio sarebbe rifiutato, perché percepito come pericoloso o inadeguato. Si pensi se una vecchietta aprirebbe più volentieri l’uscio di casa propria a un omone (gentile, ma comunque “one”) piuttosto che a un’adorabile signora; ma vi sono un’infinità di altre situazioni nei casi di violenza domestica, di crimini sessuali, di affidamento minori, in cui la donna è avvantaggiata.

         Una quarta dote importante della donna è il forte ascendente che riesce a esercitare sull’uomo. Dobbiamo riconoscere che tutti noi maschi siamo particolarmente vulnerabili al fascino femminile; talvolta è capitato di mandare i miei migliori detective maschi a fare domande inutilmente, ma poi è stato sufficiente l’intervento di una stagista della mia Agenzia Investigativa per ottenere le risposte.

         In conclusione non penso che i maschi siano meglio delle femmine nel mestiere di investigatore privato, ma neppure il contrario. Per questo nella mia Agenzia Investigativa ho sempre cercato di formare coppie investigative miste, per ottenere il meglio dei due generi.