Le indagini dell’agenzia investigativa sui giovani a rischio.

Sono cambiati tempi e metodi per l’agenzia investigativa che effettua controlli sui giovani da parte dei genitori.
Sono cambiati tempi e metodi per l’agenzia investigativa che effettua controlli sui giovani da parte dei genitori.

Il tragico omicidio di Luca Sacchi ad opera di Valerio Del Grosso (quest’ultimo coinvolto in un sospetto traffico di stupefacenti insieme all’amico Paolo Pirino e la fidanzata del povero Valerio, Anastasia Kylemnyk) ha evidenziato l’avanzare di una nuova criminalità improvvisata e insensata. Non che vi sia mai stato buon senso tra i delinquenti, si sa che sono più egoisti che intelligenti (non me ne vogliano i numerosi “amici” che ho nel settore). Per di più, ciascuna epoca ha avuto i suoi criminali particolarmente ottusi e capaci di commettere atrocità senza senso.

Tuttavia ultimamente, durante le indagini che svolgo per conto dei clienti della mia agenzia investigativa, mi capita spesso di investigare su criminali sempre più giovani e totalmente scollati dalla realtà.

         Sono decenni che, da titolare di agenzia investigativa, sorveglio i rampolli dei miei clienti per proteggerli da sé stessi e dalle loro cattive abitudini, ma mai come oggi assisto a comportamenti criminali da parte di ragazzi che non sono delinquenti, ma improvvisano. E lo fanno con una ferocia e una imprevedibilità sconcertanti. Forse ispirati dai videogiochi e dalle stupidaggini lette sui social.

         In passato, quando un cliente si rivolgeva alla mia agenzia investigativa, per far seguire il figlio o la figlia, mi capitava di pedinare gioventù ormai bruciata. Non era questione d’essere stato ingaggiato in tempo o tardivamente; la stretta sorveglianza su questi giovani soggetti mi permetteva, osservandoli, d’intuire se per loro ci sarebbe stato un futuro o se oramai erano perduti.

Studiandoli di nascosto nell’ombra mi prefiguravo il loro destino di tossici, o di spacciatori o di delinquenti abituali. Seduto al tavolo riunioni dell’agenzia investigativa, poi, aggiornavo i miei clienti sulle condotte dei loro figli, ma spesso non avevo il coraggio di anticipare loro come sarebbe finita. Cercavo di essere positivo; in fondo sapere in anticipo i profondi dolori che li aspettavano non sarebbe servito a nulla.

         Ragazzi, apparentemente salvati dalle loro dipendenze, dei quali ho saputo prevedere l’anno della loro morte per overdose. Ragazzine scappate di casa, delle quali vedevo chiaramente il loro avviamento senza scampo alla prostituzione e all’eroina. Giovanotti violenti, di cui ho pronosticato la morte dopo una breve carriera criminale.

         Intendiamoci, non ho perso il mio sesto senso. Riesco ancora a vedere chiaramente nella maggior parte dei miei indagati e a distinguere quelli che potrebbero salvarsi da quelli irrimediabilmente perduti. Tuttavia una quota sempre crescente di giovani diventa imperscrutabile: sostituisce le proprie passioni con attacchi di panico o stati di esaltazione e rinuncia alle proprie convinzioni, ancorché criminali, a favore degli stereotipi propinati dalle loro costanti connessioni online. E sempre più spesso non so cosa dire ai loro genitori straziati.