(anche molto datate) necessarie a vincere una causa di malattia professionale.
Oggi Stephan Schmidheiny è ritenuto responsabile di 392 casi di morte per mesotelioma, dovuti alle lavorazioni dell’amianto nella costruzione di manufatti in eternit nei suoi stabilimenti. Per alcune di queste vittime è già stato condannato, ma quasi quattrocento morti sono tanti.
Inoltre il mesotelioma uccide a caso e ha un periodo d’incubazione pluridecennale sino a quarant’anni: è normale che s’instaurino continui procedimenti penali. Lo sanno bene molti clienti della mia agenzia investigativa, che assisto con le indagini difensive o di parte civile in questo genere di cause.
Il magnate belga Stephan Schmidheiny lamenta di soffrire molto per i processi che ha dovuto subire in Italia per via di tutti i morti causati dal “suo eternit”. Un po’ come lamentarsi di dover fare l’alcol test dopo aver ucciso un pedone sulle strisce pedonali, anzi assai peggio.
In realtà Stephan non è un magnate, ma rappresenta la quarta generazione di una dinastia di industriali svizzeri; il rampollo, ancora venticinquenne e appena laureatosi in giurisprudenza, ricevette in regalo dal padre la branchia aziendale del gruppo che produceva eternit e (a “gavetta zero”) ci fece fiumi di denaro.
Recentemente Stephan ha rilasciato un’infelice intervista alla testata svizzera Nzz am Sonntag, in cui ha attaccato la Giustizia italiana dicendo: “Quando oggi penso all’Italia, provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito”. Probabilmente ha parlato per rabbia e senza pensare, ma suona comico detto da uno che proviene da una nazione i cui giudici sono nominati in base alla loro appartenenza politica e secondo un sistema elettorale definito corrotto da molti “buoni e onesti” elvetici.
In fatto di giustizia elvetica, poi, vi risparmio i particolari su altre gag comiche di quando la mia agenzia investigativa ha dovuto svolgere indagini criminali in Svizzera, tipo venire arrestato perché scambiato per il latitante cui davo la caccia e amenità del genere; roba che una volta tornato in Italia sentii il bisogno di abbracciare un Carabiniere e scusarmi per le barzellette.
Probabilmente i bisnonni di Stephan, fondatori dell’azienda Eternit, si sono rivoltati nella tomba, se non per l’insensibilità del pronipote, quanto meno per la sua scarsa intelligenza processuale. Ed è questo proprio il punto: al Giudice del Lavoro italiano interessano le prove e non le chiacchiere o i piagnistei, sia che provengano dall’ammalato sia dall’azienda presunta causa della malattia.
Ultimamente molti clienti si rivolgono alla mia agenzia investigativa per provare ciò che sostengono quando è troppo tardi. Si tratta di indagini particolarmente complesse a causa del tempo trascorso e non possono essere improvvisate. La mia agenzia investigativa Octopus riesce bene in questo genere d’indagini, perché siamo tutti detective privati piuttosto âgée in grado di fare ricerche per lo più sconosciute ai giovani iperdigitalizzati.
Se da un lato le parole di Stephan Schmidheiny fanno inorridire, per ottusità e insensibilità, d’altro canto nella massa di così tanti ricorsi e sulla scia emotiva giustizialista è normale che si annidino pretese inconsistenti; dunque sta all’interessato fare indagini tramite un’agenzia investigativa sulla legittimità delle richieste.