Le ricerche del piccolo Gioele e la disperazione del padre Daniele Mondello.

Indagini e ricerche sono inutili senza pianificazione e coordinamento, come insegno da anni ai detective della mia agenzia investigazioni Octopus
Indagini e ricerche sono inutili senza pianificazione e coordinamento, come insegno da anni ai detective della mia agenzia investigazioni Octopus

Il giallo di Caronia, già di per sé tragico, sta prendendo la piega peggiore: quella tanto amata dalla maggior parte del nostro giornalismo rapace, incline a trasformare la cronaca nera in cronaca scandalistica di bassa lega. Già il solo fatto che i media stiano pregustando un torbido mistero in cui tuffarsi fa presagire il peggio. In oltre trent’anni di indagini criminali e rintracci di persone scomparse svolti con la mia agenzia investigativa Octopus non ho mai assistito a una vicenda giudiziaria sovraesposta mediaticamente che si concludesse in modo decente.

La pressione dei media fa commettere errori agli investigatori e l’eccessiva fuga di notizie confonde le indagini. Gli inquirenti, nel caso specifico coordinati dal Procuratore Angelo Cavallo di Patti, sbagliano nell’aggiornare troppo spesso i giornalisti in nome di un mal interpretato diritto di cronaca, ignorando o fingendo di non sapere che a tutte le testate interessa più fare audience che informare. La sovraesposizione mediatica attira mitomani e confonde i testimoni. Quando la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata di casi troppo seguiti dai media, ho dovuto sempre fare una tripla fatica: seguire le indagini, scartare i depistaggi e proteggere i miei clienti dai giornalisti.

         A prima vista le ricerche di mamma Viviana Parisi e del figlio Gioele non sono partite benissimo, essendo stato trovato il corpo della povera Viviana dopo ben cinque giorni a un solo chilometro dal luogo dell’incidente. La mia esperienza, come titolare di agenzia investigativa molto attiva nei rintracciamenti di persone scomparse, mi suggerisce, dal poco che ho visto in televisione, che vi siano troppe persone impiegate nelle ricerche sul terreno e troppo poco coordinate tra loro. Un po’ ciò che avvenne nelle ricerche della povera Yara Gambirasio. Anche l’impiego dei droni o dei cani molecolari non ha senso se non c’è esperienza, abilità e coordinamento nelle ricerche.

         Tutti sprecano i loro sforzi e dimenticano la regola d’oro di qualsiasi indagine giudiziaria e dei rintracciamenti di persone scomparse in particolare: “le prime 48 ore”. Purtroppo qui non si parla più di ore, sono passate due settimane.

         Sullo sfondo di programmi televisivi già incentrati sul disagio psicologico della povera Viviana Parisi e del suo rapporto col figlio Gioele, mi sa che, se non ci sarà una netta ricostruzione degli eventi da parte delle Autorità, finirà col solito pasticciaccio giornalistico italiota, come avvenne per la vicenda della tragica morte accidentale dei fratellini Ciccio e Tore Pappalardi a Gravina di Puglia, di cui la mia agenzia investigativa Octopus si occupò nel 2008: la crocifissione di un padre innocente pur di fare ascolti.