La pandemia di coronavirus, le case farmaceutiche e i vaccini.

È forse colpa delle investigazioni private che mi costringono a svelare le brutture degli uomini, ma non ho affatto fiducia nel futuro dell’umanità.
È forse colpa delle investigazioni private che mi costringono a svelare le brutture degli uomini, ma non ho affatto fiducia nel futuro dell’umanità.

Negli USA è stato dato il via alla somministrazione del vaccino monodose Johnson&Johnson. Prima ancora la FDA – Food and Drug Administration aveva approvato quelli della Pfizer-BioNTech e di Moderna, già approvati dalla Agenzia Europea per i Medicinali e da AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco.

Tralasciando tutte le perplessità sull’industria farmaceutica mondiale, probabilmente forviato dai molti anni in cui la mia agenzia investigativa Octopus ha servito le Case farmaceutiche tra casi di spionaggio industriale e imitazione o contraffazione di farmaci, la corsa ai vaccini è un po’ come curare gli effetti ignorando le cause: continuiamo a consumare carne come cavernicoli, a praticare politiche di crescita indiscriminata su un pianeta che da tempo non ci sopporta più per numero e stile di vita, ma pretendiamo di avere un antidoto in pochi millilitri di vaccino che ci salvi dalla decimazione di massa avviata da leggi naturali di molto superiori a tutti noi. La cosa triste, morti a parte, è che noi umani, con tutta la nostra presupponenza filosofica e religiosa, forse smetteremo di comportarci sul pianeta come il peggior predatore (o forse dovrei dire devastatore) non perché dotati di morale o di libero arbitrio ma per istinto di sopravvivenza.

Questa pandemia di coronavirus sta mettendo a dura prova molte certezze che i più ingenui e fortunati di noi hanno coltivato per anni nella sicura e confortevole società civile occidentale. Ci siamo creati il falso mito della medicina infallibile e salvifica, mentre invece l’arte ippocratica è molto più empirica che scientifica e purtroppo molti dimenticano il significato di quest’ultimo aggettivo.

In oltre trent’anni d’indagini internazionali della mia agenzia investigativa Octopus ho potuto visitare paesi in cui le pandemie non sono mai state debellate, anzi: si sono moltiplicate. E posso affermare per esperienza diretta che l’approccio verso queste malattie da parte delle popolazioni locali, se dal punto di vista medico-scientifico è più arretrato (ma neanche più di tanto), da quello filosofico appare certamente molto più maturo e consapevole che qui da noi. Purtroppo in più di un’occasione, durante indagini svolte dalla mia agenzia investigativa Octopus in paesi meno fortunati, è capitato che collaboratori reclutati sul posto morissero improvvisamente per malattie pandemiche: mi ha sempre impressionato lo spirito di rassegnazione con cui vengono affrontati quei lutti. O forse è solamente abitudine. Al contrario, ho dovuto spesso dare il cambio a detective della mia agenzia investigativa in missione all’estero, perché presi dal panico in ambienti dove la maggior parte delle influenze potrebbero risultare fatali.