Il bullismo e Alessandro morto suicida.

Prima di ricorrere a una agenzia investigativa, il bullismo si combatte attraverso una vigile prevenzione dei familiari adulti.
Prima di ricorrere a una agenzia investigativa, il bullismo si combatte attraverso una vigile prevenzione dei familiari adulti.

Il tredicenne Alessandro di Gragnano si è suicidato lanciandosi nel vuoto dal balcone di casa. Pare che fosse perseguitato da una banda di sei bulli.

In questo periodo il bullismo, amplificato dal cyberbullismo, sta diventando un’emergenza e il 14 giugno, come al solito in casi simili com’è avvenuto anche per i femminicidi, la Camera dei deputati ha fatto la solita cosa inutilmente simbolica per salvare le apparenze nel non affrontare in modo serio il problema: ha approvato una mozione che impegna il governo a prevenire i suicidi a causa del bullismo, designando il reparto di psichiatria dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma come unico riferimento nazionale per arginare il fenomeno. Mi sembra un po’ poco, seppure il suo Direttore, Professore Maurizio Pompili, sia un luminare della psichiatria.

         Le vittime di bullismo sono in aumento. Capita sempre più spesso che genitori si rivolgano alla mia agenzia investigativa Octopus preoccupati che i loro figli siano dediti alle droghe o all’alcol o al gioco d’azzardo e invece i miei detective privati scoprono che sono vittime di bullismo.

Inoltre questo odioso fenomeno sta subendo un’insensata recrudescenza rispetto a qualche anno fa. Quando mi sono occupato di bullismo per la prima volta nel 1990 avevo appena aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus di Bergamo: il fenomeno non era così grave e dilagante come oggigiorno. Buona parte di questo aggravamento è dovuto agli smartphone concessi in uso a figli sempre più giovani. Una volta il bullo ti perseguitava solamente a scuola e in certi lassi temporali come durante le ricreazioni, ma una volta a casa sua il ragazzino bullizzato si sentiva al sicuro. Adesso, per colpa dello smartphone che ha sempre con sé, la persecuzione non conosce orari e luoghi. Inoltre (oramai neppure gli adulti se ne accorgono, perché sono essi stessi dipendenti da “connessione permanente”), una iperattività online predispone a stati d’ansia e attacchi di panico, portando la vittima di cyberbullismo a patire molto più drammaticamente la persecuzione.

         Negli ultimi anni, quando i genitori si rivolgono alla mia agenzia investigativa Octopus di Milano, sospettando bullismo ai danni dei figli, se le potenziali vittime hanno lo smartphone, inizio da lì le mie indagini. È infatti diritto e dovere di ciascun genitore sottoporre a controlli i figli minorenni anche con metodi molto invasivi come le intercettazioni e la perquisizione elettronica dell’apparecchio mobile.

         Solo dopo aver verificato contatti e comunicazioni online, avendo cura di conservare le evidenze trovate secondo i crismi dell’informatica forense, procedo a pedinamenti e appostamenti, raccogliendo prove valide per richiedere il giusto indennizzo ai genitori dei bulli minorenni. Spesso questi baby delinquenti possono essere fermati solamente colpendo il portafoglio dei loro genitori.

         Tuttavia, prima ancora di rivolgersi all’investigatore privato, la prevenzione del fenomeno, che è totalmente a carico dei familiari del bullizzato, è il compito più importante e difficile, perché richiede attenzione costante e capacità di riconoscere i segnali di una simile persecuzione. La vittima di bullismo presenta almeno due di queste caratteristiche comportamentali:

  • Improvvisamente non va più volentieri a scuola e finge malanni o bigia per evitare di frequentare i corsi;
  • Recandosi a scuola vuole, senza ragione, cambiare continuamente orari e percorsi;
  • Smette di frequentare amici storici e tende a isolarsi senza una ragione;
  • Riduce il rendimento scolastico;
  • Presenta sintomi da stress post-traumatico: diventa improvvisamente taciturno, introverso o apatico, ha disturbi del sonno e alimentari, ha inspiegabili manifestazioni di rabbia o paura.