

Evidenze generiche a parte, l’arresto di Massimo Bossetti è apparso subito viziato dalla faciloneria e dalla mania di protagonismo degli inquirenti, a cominciare dal video del presunto furgone del muratore di Mapello “confezionato” per la stampa.
La ricerca della Giustizia e della Verità per Yara Gambirasio (e per Massimo Bossetti) si è trasformata in una corsa alla soluzione del caso a tutti i costi e in una certa mania di protagonismo. Ricordo che persino un mio collega investigatore privato con l’agenzia investigativa a Bergamo ed ex-carabiniere si vergognò di come i suoi ex-colleghi avessero inscenato l’arresto di Bossetti, tentando goffamente di farlo sembrare un pericolo mostro pronto alla latitanza per sottrarsi alla Giustizia.
Non sto contestando i risultati scientifici sul DNA, ma il modo in cui sono stati utilizzati dagli inquirenti, perché sono gli investigatori a dover risolvere i casi criminali, individuando i colpevoli, non i genetisti o gli altri scienziati forensi.
Nella mia esperienza di investigatore privato autorizzato alle indagini penali ho imparato che quando sei indagato, se menti una volta ai magistrati, non vieni più creduto (ho ex-clienti che stanno scontando ingiustamente l’ergastolo, per aver preso alla leggera gli interrogatori di garanzia). E perché mai noi cittadini dobbiamo aver fiducia in chi considera la Difesa un fastidioso contrattempo, confeziona prove per i giornalisti ed è incapace di qualsiasi autocritica?
Oggi, l’iscrizione nel registro degli indagati, per frode processuale e depistaggio, del Pubblico Ministero Letizia Ruggeri, oltre ad essere frutto della tenacia dei legali di Bossetti battutisi come leoni per il loro assistito, sono un segnale forte che fa ben sperare in un cambiamento di tendenza nella nostra tormentata Giustizia italiana. Gli Avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno convinto il GIP di Venezia Alberto Scaramuzza che vi sono state condotte poco trasparenti da parte delle Procura di Bergamo nella conservazione dei reperti di DNA e nella loro immotivata distruzione, tanto da essere necessario qualche approfondimento.
Confesso di essere rimasto sorpreso dalla bella notizia (anche se non mi illudo), abituato come sono da investigatore privato titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Milano ad assistere avvocati impotenti davanti allo strapotere delle Procure e a vedere totalmente ignorati i risultati delle mie indagini difensive.
Anche io, da investigatore privato autorizzato alle indagini penali difensive, ho i miei “Bossetti” rinchiusi ingiustamente in carcere, il cui pensiero mi tormenta da anni. Da quando ho assunto la loro difesa investigativa, sia quando avevo la mia prima agenzia Investigazioni Octopus a Bergamo, sia con la mia seconda agenzia Investigazioni Octopus di Milano: imputati condannati nel dubbio anziché prosciolti per il ragionevole dubbio o criminali incalliti condannati per un delitto su prove inconsistenti perché “tanto se lo meritano per tutte le volte in cui l’hanno certamente fatta franca” (testuali parole di un magistrato).
Da investigatore privato autorizzato alle indagini difensive mi auguro che il nuovo Ministro della Giustizia Carlo Nordio attraverso una capillare Riforma della Giustizia, riesca a realizzare i presupposti del tanto inutilmente agognato Giusto Processo e della parità tra Accusa e Difesa, sino ad oggi inseguita altrettanto invano.