Da investigatore privato titolare dell’agenzia investigativa Octopus gli youtuber TheBorderline mi preoccupano meno di quelli che vorrebbero linciarli.

Da investigatore privato, titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda che si occupa di indagini penali difensive, sono preoccupato della deriva social degli hater che vorrebbero giustiziare senza processo gli youtuber Theborderline
Da investigatore privato, titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda che si occupa di indagini penali difensive, sono preoccupato della deriva social degli hater
che vorrebbero giustiziare senza processo gli youtuber Theborderline

Il vero schifo del tragico incidente di Casal Palocco, che è costato la vita al piccolo Manuel Proietti, non sono gli youtuber ma i leoni da tastiera che hanno scatenato un vergognoso linciaggio mediatico, minacciand addirittura di morte TheBorderline.

         Si, d’accordo, il “lavoro” degli TheBorderline, che monetizzano postando video demenziali, è penoso al di là di qualsiasi cifra guadagnino. È giusto inorridire anche del fatto che i TheBorderline dopo l’incidente siano scesi dalla Lamborghini Urus continuando a filmare col piccolo Manuel già morto sulla Smart Fourfour; sebbene questo gli youtuber lo hanno probabilmente capito dopo. È molto probabile che il youtuber Matteo Di Pietro stesse andando troppo veloce, ma è ancora tutto in fase di accertamento. E che fosse positivo ai cannabinoidi, ma non sotto l’effetto, altrimenti sarebbe stato arrestato. Pertanto, in questa vicenda le uniche due cose evidenti sono la vergognosa reazioni di chi vorrebbero linciare i TheBorderline e il fatto che la Smart riporta seri danni sulla fiancata destra (come evidenziato dall’avvocato difensore Francesco Consalvi), il che fa pensare a una mancata precedenza della madre di Manuel, Elena Uccello. Io e i detective privati della mia agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda sappiamo quanto sia complicato svolgere un appostamento vicino a una scuola o un asilo, perché i genitori che accompagnano e prelevano i figli in quel frangente sembrano perdere temporaneamente il buon senso e le nozioni basilari di scuola guida.

         Se da un lato i fautori del linciaggio fanno preoccupare in uno Stato di Diritto, dall’altro chi tenta di trovare colpe e soluzioni nei social fa tenerezza. Entrambi, tuttavia, se non più giovani e con figli, sono responsabili del declino dell’intera umanità da quando hanno iniziato a mettere i loro figli piccoli davanti alla TV per non doversene occupare e poi davanti alla console portatile di giochini demenziali per pranzare o cenare tranquilli e poi davanti ad altri giochini demenziali caricati sui telefoni cellulari per non dover correggere i capricci dei marmocchi e infine davanti agli smartphone con giochi molto più interattivi ma ugualmente demenziali per poter fare loro stessi la medesima cosa, perché molti di quei leoni da tastiera che vorrebbero giustiziare sommariamente i TheBorderline, hanno contribuito alla loro ascesa stando attaccati costantemente ai social.

         Da investigatore privato non più giovane vorrei dire a questi forcaioli che giovinastri come i TheBorderline ci sono sempre stati. Le loro “imprese”, che adesso si chiamano “sfide social pericolose”, ai miei tempi si chiamavano “bravate da dementi” ed erano molto peggiori, visto che sembrerebbe che la challenge consistesse nel vivere per cinque giorni a bordo del SUV Lamborghini senza sporcarlo: roba più da massaie che da teppisti. Per chi non ricordasse le “stragi del sabato sera”, morivano intere macchinate di giovani lanciate a velocità assurde, uccidendo chiunque avesse la sfortuna di trovarsi sul loro tragitto.

         Quando ho aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus a Treviglio, spesso venivo incaricato di sorvegliare figli neopatentati per prevenire comportamenti a rischio. A parte drogarsi, molti di loro facevano gare pericolosissime di velocità in motocicletta o in automobile, e non una gara a restituire la Lamborghini all’autonoleggio senza briciole. Del resto chi di noi, tornando alla propria gioventù, non ricorda d’aver commesso bravate irresponsabili che avrebbero potuto provocare tragedie ben peggiori di Casal Palocco.