Gioie e dolori delle lettere anonime aziendali, caso tipico per un’agenzia investigativa.

L’agenzia investigativa indaga spesso su casi di lettere anonime.

Le lettere anonime aziendali sono sempre state un incarico tipico dell’agenzia investigativa. Una volta venivano scritte, confezionate e spedite in gran segreto secondo il più rigoroso stile estorsivo dell’anonima sequestri, oggi i più temerari del web le inviano elettronicamente da indirizzi IP o smartphone che ritengono irrintracciabili.

         Tuttavia bisogna distinguere le “lettere anonime cattive”, inviate solamente per diffamare, per creare scompiglio e divisione tra i dipendenti dell’azienda, dalle “lettere buone”, con le quali qualcuno segnala anonimamente un abuso, un’infedeltà aziendale o qualsiasi altra criticità a discapito dell’azienda interessata.

         Quando la lettera è “cattiva” l’agenzia investigativa viene ingaggiata per scoprire il mittente. E ci sono tante più probabilità di smascherarlo quanto più costui si accanisce nelle spedizioni; pertanto, insieme alle prime indagini, si attua (di concerto col cliente) una strategia per esasperare l’autore e indurlo a un’escalation. Sempre che la spirale non crei più danno che vantaggio.

         Le indagini richiedono massima discrezione, tenendo conto che l’autore degli anonimi trova massima soddisfazione nel conoscere gli effetti del suo operato, sino a volerli osservare direttamente (proprio come i piromani). Non è raro che, se non si trova già casualmente in prima fila per assistere al dramma, l’autore invii lettere simili anche a sé stesso, per potersi infiltrare nelle riunioni delle sue vittime.

La lettera anonima “buona”, invece, segnala un problema che potrebbe esistere realmente. È diretta alla proprietà o alla dirigenza aziendale e l’agenzia investigativa viene chiamata a verificare se il suo contenuto è veritiero.

Negli anni ho letto denunce anonime, scritte col normografo o coi trasferelli o con lettere ritagliate da giornali o inviate da computer di colleghi ignari o da cellulari intestati a utenti inesistenti. Nella maggior parte dei casi questi messaggi denunciavano assenteisti, lavativi, sabotatori, molestatori e ladri sul posto di lavoro.

Molte aziende (clienti della mia agenzia investigativa) sono grate a questa sorta di delatori, che negli anni hanno contribuito a far loro evitare casi di spionaggio, ammanchi, danneggiamenti, concorrenza sleale, abusi dei diritti di malattia, denunce per mancata vigilanza in caso di mobbing o di molestie sul posto lavoro.

Si potrebbe pensare che in questi casi le lettere anonime siano una forma di lealtà aziendale sommersa, dettate da una sorta di codice non scritto di correttezza tra colleghi (come si favoleggia sui carcerati), ma in realtà (proprio come in carcere è semplicemente un mito irreale) sono quasi sempre mosse da impulsi molto più prosaici: lotte intestine o invidie, sovraccarico di lavoro causato inevitabilmente da qualsiasi lavativo ai suoi colleghi, ecc. Tuttavia quasi sempre assolvono alla loro funzione buona, poiché raramente mi è capitato di non riscontrare ciò che denunciavano.