Da investigatore privato dell’agenzia investigativa Octopus, che si occupa dal 1988 di violenza domestica, mi indigna l’arresto di Loretta.

Da investigatore privato dell’agenzia investigativa Octopus, che si occupa dal 1988 di violenza domestica, m’indigna molto il modo in cui, al di là delle solite belle parole, le donne maltrattate e vittime di stalking vengono trattate dalle istituzioni.
Da investigatore privato dell’agenzia investigativa Octopus, che si occupa dal 1988 di violenza domestica, m’indigna molto il modo in cui, al di là delle solite belle parole, le donne maltrattate e vittime di stalking vengono trattate dalle istituzioni.

Succede che il 9 agosto 2022 l’ottantaquattrenne Loretta, ex-sarta dei divi di Cinecittà come Sofia Loren e Marcello Mastroianni, viene picchiata selvaggiamente dal marito e nel difendersi lo accoltella a morte. Quando arrivano le così dette “forze dell’ordine” la povera vecchietta, piena di lividi, viene tratta in arresto ancora in pigiama, senza darle il tempo di prendere i suoi effetti personali (neppure la dentiera) e viene portata in carcere a Rebibbia. La vecchietta è talmente conciata da dover essere “parcheggiata” nell’infermeria del carcere e solamente a ferragosto il Garante dei Detenuti del Comune di Roma, Gabriella Stramaccioni, si accorge della grave ingiustizia. La responsabilità di chi ha gestito l’emergenza è gravissima, anche se la carcerazione è durata solamente otto giorni.

Da investigatore privato dell’agenzia investigativa Octopus, che si occupa dal 1988 di violenza domestica, m’indigna molto l’arresto di Loretta. Soprattutto dopo aver visto mariti inseguire la moglie con scuri o coltelli e non venire arrestati, perché hanno posato l’arma poco prima dell’intervento delle forze dell’ordine (se non c’è flagranza l’arresto è facoltativo). Spesso la sicurezza delle mogli in fase di separazione dal marito violento è totalmente affidata ai parenti o all’investigatore privato che si occupa di sorvegliare l’uomo. Da detective privato ho assistito a cose incredibili, come quando una cliente della mia agenzia investigativa Octopus ha chiamato le forze dell’ordine perché il marito la stava pestando brutalmente. Poi ha chiamato anche me, il suo investigatore privato, perché i soccorsi tardavano ad arrivare. Quando finalmente sono arrivate le forze dell’ordine, il coniuge si era dileguato e uno degli agenti, davanti alla povera donna in lacrime, ha avuto la sensibilità di dire: “Non si preoccupi signora che per questa notte non torna. E, se dovesse tornare, speriamo che lo faccia quando noi abbiamo finito il turno (alludendo al fatto che per lui queste chiamate sono una seccatura)”.

          In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa dal partner dopo una sequela di inequivocabili segnali premonitori quasi sempre ignorati da magistratura e forze dell’ordine. Il fenomeno è talmente diffuso e preoccupante che si potrebbe introdurre il concetto di autodifesa preventiva, già applicato in molte nazioni giuridicamente più avanzate della nostra: se mi pesti e mi minacci di morte tutti i giorni, io potrei perdere temporaneamente la capacità d’intendere e di volere a causa del terrore in cui mi costringi a vivere, aggredendoti per autodifesa anche quando non costituisci una minaccia immediata.

          Il grave trattamento riservato all’ottantaquattrenne Loretta è la dimostrazione che, proclami a parte, nessuna persona delle istituzioni italiane è interessata più di tanto a proteggere le donne dai loro compagni violenti. Il vergognoso episodio è ancora più grave se penso che come investigatore privato autorizzato alle indagini penali ho preso parte a investigazioni difensive nell’interesse della vittima di un uomo all’incirca della stessa età di Loretta che avevano ucciso a fucilate il vicino di casa per futili motivi e non si era fatto neppure un giorno di galera.