Le 7 “red flag” che vi avvisano se state subendo una truffa romantica.

Le 7 “red flag” che vi avvisano se state subendo una truffa romantica
Le 7 “red flag” che vi avvisano se state subendo una truffa romantica

Quest’estate una signora dall’estero si è rivolta alla mia agenzia investigativa Octopus di Milano per rintracciare un amico “disperso” in Italia. Come al solito in simili casi le ho chiesto di inviarmi i dati che gli avrei dato un’occhiata “for free”, perché so come vanno purtroppo a finire molte di queste situazioni. Quando, dopo aver guardato il profilo di questo “amico”, comunicai alla donna che secondo me era un truffatore, lei si arrabbiò molto e non volle credermi. Feci appena in tempo a consigliarle di confrontarsi con qualche amico fidato e chiedere aiuto a uno psicologo prima che riattaccasse furiosa. Dopo alcune settimane mi ha richiamato: aveva seguito il mio consiglio e iniziava ad ammettere d’essere stata truffata di circa 400.000 dollari in sei mesi. Fortunatamente per lei non era una somma che la riduceva sul lastrico e mi ha incaricato di svolgere alcune indagini: era stata raggirata da alcuni affiliati della mafia nigeriana con forti infiltrazioni in Piemonte. La cliente della mia agenzia investigativa Octopus non avrà mai indietro i suoi soldi, ma almeno ha saputo reagire.

Svolgo l’attività di investigatore privato dal 1980. Prima come collaboratore di agenzie investigative in Lombardia. Dal 1988 con la mia prima agenzia investigativa Octopus di Bergamo, dal 1993 con la mia seconda agenzia investigativa Octopus di Milano e do la caccia ai truffatori romantici sin da quando questi delinquenti usavano la rubrica degli incontri matrimoniali su Secondamano. Questi truffatori si riconoscono da sette campanelli d’allarme (o “bandiere rosse”, come dicono gli anglofoni) che caratterizzano il loro modus operandi:

  • Hanno un profilo recente, scarso di storie personali e poco coerente.
  • Sono eccessivamente cerimoniosi nell’esprimersi e, talvolta, sembrano persone dal lessico d’altri tempi. In realtà è solo scarsa conoscenza della lingua italiana.
  • Appena ottenuta l’amicizia o la connessione, invitano la vittima a comunicare attraverso Whatsapp o altre applicazioni di messaggistica con lo scopo di:
  • rende più diretta e confidenziale la loro presenza;
  • gestire meglio i contatti attraverso i propri smartphone;
  • chiedere fotografie alla vittima o rubarle dagli stati su Whatsapp, per utilizzarle in altre truffe;
  • farsi percepire più incombenti e minacciosi nel caso la vittima tentasse di tirarsi indietro;
  • cancellare facilmente i messaggi già recapitati e letti che possano comprometterli, dimostrando la truffa (è consigliabile screenshottare le conversazioni importanti per non perderle).
  • Questi truffatori sono prodighi di fotografie e videoriprese (non loro, perché rubate ad altre vittime), ma quando le loro vittime tentano di fare una videochiamata non funziona mai la camera del loro apparecchio.
  • Dicono di avere un lavoro nell’esercito o nella sanità internazionale di stanza in zone di guerra o difficili del Mondo; condizione che gli permetterà di chiedere urgenti aiuti in denaro per risolvere complessi scenari in cui loro appaiono come il buon samaritano. Altrimenti mostrano d’essere molto ricchi, proponendo affari miliardari e sbocchi di eredità ingenti a fronte del pagamento di somme. Oppure raccontano di difficoltà personali e di salute che sfociano in richieste di soldi.
  • Talvolta cambiano improvvisamente approccio e lessico, come fossero un’altra persona. Significa che effettivamente è subentrata un’altra persona: questi truffatori operano in bande numerose e talvolta si danno il cambio nel gestire la vittima. Le bande più attive sono nelle ex-colonie francesi del centro Africa.
  • Quando convincono la vittima a inviare denaro, forniscono nominativi e recapiti di persone che non c’entrano nulla con loro e magari risultano in un altro Stato. Questa è la prova del nove che si tratti di una banda di truffatori, perché molti di loro vengono segnalati all’Interpol e finiscono in una lista nera delle compagnie per i trasferimenti di denaro.

Quando si finisce nella rete di questi truffatori, tra rogatorie internazionali e leggi straniere locali, si può fare ben poco per ottenere giustizia. Tuttavia è sempre meglio denunciare per indurre le Autorità ad agire o quantomeno compilare una lista nera di questi criminali. Anche l’intervento della mia agenzia investigativa Octopus non permette il recupero delle somme perse. Tutt’al più si arriva a identificare qualche componente della banda. Pertanto conta molto la prevenzione fatta di controlli incrociati, consultazioni con persone vicine di fiducia e la vecchia regola di non prestare mai soldi a nessuno.