Mi hanno molto sorpreso le dichiarazioni del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi di fronte al tragico naufragio di Cutro.

Come si può biasimare una madre africana poverache cerca di sottrarre sé stessa e i figli da morte o terribili patimenti?
Come si può biasimare una madre africana povera che cerca di sottrarre sé stessa e i figli da morte o terribili patimenti?

Da investigatore privato dell’agenzia investigativa Octopus di Milano che si occupa di figli sottratti, io l’Africa la conosco abbastanza bene e mi hanno molto sorpreso le dichiarazioni del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi di fronte al tragico naufragio di Cutro: “Chi scappa dalla guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli”, e poi ancora peggio: “la disperazione non può giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo i propri figli”. Evidentemente a Piantedosi sfugge che l’emigrazione dall’Africa non è paragonabile ai nostri emigranti nel dopoguerra.

Per rendere la situazione più comprensibile al nostro così detto “ministro dell’interno” bisognerebbe fargli immaginare che, mentre si trova a passeggio con la sua figlioletta ancora bambina per le strade di Roma, venga inseguito da una banda di criminali che vogliono uccidere o amputare orribilmente lui e stuprare sua figlia, per poi reclutarla a forza in qualche “esercito” di ribelli per farla combattere contro la sua stessa gente. A questo punto bisognerebbe chiedere a Piantedosi se, durante la sua disperata fuga, si preoccuperebbe di prendere al volo un taxi con regolare licenza o salterebbe sulla prima carretta abusiva disponibile?

Per darvi un’idea della situazione in Africa, quando i detective privati della mia agenzia investigativa Octopus entrano in uno Stato africano per una localizzazione e un’esfiltrazione, anche in quello più democratico e stabile politicamente, vengono controllati da poliziotti di frontiera che non li prendono a calci solamente perché sono bianchi e ben vestiti. Però, questi “poliziotti” inscenano qualsiasi pretesto, come un intoppo doganale o la necessità di una perquisizione, per taglieggiarli.

Molti anni fa un investigatore privato di un’agenzia investigativa di Milano m’insegnò a lasciarmi derubare, lasciando un po’ di contante facile da arraffare durante la “perquisizione” e fingendo di nulla. Lui la chiamava una sovrattassa doganale nascosta, io preferisco pensarla come beneficienza, perché spesso si tratta per lo più di gente che percepisce stipendi da fame. Ma bisogna stare molto attenti: ci vuole un attimo a passare da innocui ladruncoli di frontiera a criminali torturatori ed estorsori, come troppo spesso diventano i guardiani di frontiera di molti Stati africani che si affacciano sul mediterraneo. In quelle aree anche gli investigatori privati dell’agenzia Investigazioni Octopus, ben addestrati e senza problemi di budget, possono incappare in grosse grane.

Stabilito che la maggior parte degli emigranti dall’Africa fuggono da situazioni disperate, come si può biasimare una madre africana povera che cerca di sottrarre sé stessa e i figli da morte o terribili patimenti?

Rimane l’amarezza delle polemiche sull’immigrazione che riguarda il centinaio di morti del naufragio di Cutro, solamente perché ci tocca da vicino o consente una qualche strumentalizzazione politica. Mentre, invece, preferiamo ignorare sistematicamente che per ogni morto in mare ce ne sono almeno dieci già morti di stenti e fatica per raggiungere le coste lungo le quali incontrare gli scafisti o perché torturati, stuprati o rimandati indietro e abbandonati nel deserto dalle diverse polizie di frontiera africane.