In fatto di fauna selvatica, l’importante è fare l’opposto di Maurizio Fugatti

Amministratori incompetenti del mini-calibro di Maurizio Fugatti hanno realizzato il progetto Life Ursus con lo stesso spirito di un demente che acquista un cucciolo di cane come regalo di Natale al figlio, senza avere la minima idea di cosa ciò comporterà nei successivi 15 anni.
Amministratori incompetenti del mini-calibro di Maurizio Fugatti hanno realizzato il progetto Life Ursus con lo stesso spirito di un demente che acquista un cucciolo di cane come regalo di Natale al figlio, senza avere la minima idea di cosa ciò comporterà nei successivi 15 anni.

La vicenda dell’orsa JJ4 del Trentino (era troppo faticoso darle un nome ? Visto che JJ stanno alle iniziali dei suoi genitori Joze e Jurka) dimostra che noi umani non abbiamo nulla di speciale rispetto alle altre creature che popolano il pianeta Terra, anzi…, e che dovremmo comportarci più umilmente, non come quell’incompetente e presuntuoso del presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

          Scrivo di incompetenza e saccente presunzione, ma dovrei scrivere anche di famelica ingordigia di soldi stanziati per il progetto di ripopolamento degli orsi, perché tutto nacque nel 1999, quando ci si accorse che gli orsi in Trentino si stavano estinguendo a causa dell’uomo. E allora, più invogliati dagli stanziamenti europei che interessati a rimediare allo scempio della caccia e di altre porcherie umane, si realizzò il progetto Life Ursus, andando a prendere qualche esemplare di orso in Slovenia con lo stesso spirito di un demente che acquista un cucciolo di cane come regalo di Natale al figlio, senza avere la minima idea di cosa ciò comporterà nei successivi 15 anni.

          Nel frattempo amministratori regionali e cacciatori hanno fatto di tutto per rendere l’habitat dell’orso il meno consono possibile. I cacciatori, ad esempio (tanto per dirne una), oltre a massacrare gli orsi prima di venire allettati dai fondi europei, avevano sterminato anche i cinghiali e, pur di continuare ad ucciderli per mero sadico divertimento, hanno introdotto una specie non autoctona di suidi molto più grossa, vorace, resistente e dannosa per l’agricoltura. Ovviamente, invece di riflettere, amministratori incompetenti del mini-calibro di Maurizio Fugatti hanno sempre affrontato il sovraffollamento dei cinghiali e degli orsi con la caccia selettiva, senza sapere che quasi tutte le specie selvatiche tendono per reazione naturale a rimpiazzare le perdite, aumentando la fecondità delle femmine e moltiplicando le nascite.

          Alla base di tutto, oltre alla malafede di chi ama uccidere per divertimento (cui la maggioranza di noi italiani molti anni fa disse, inascoltata, NO), c’è ignoranza e incompetenza. Per deformazione professionale io e gli investigatori privati collaboratori della mia agenzia investigativa Octopus tendiamo a pianificare ogni nostra indagine, avvalendoci di esperti su qualsiasi materia dobbiamo affrontare per la soluzione del caso e talvolta abbiamo avuto a che fare anche con la fauna selvatica.

Anni fa il padre italiano di due bambini sottratti dalla madre rumena si rivolse alla mia prima agenzia investigativa Octopus di Bergamo per recuperare la prole. La donna, appartenente a una famiglia di boscaioli originaria dei Carpazi, si era rifugiata in un’abitazione familiare nei boschi e dovetti organizzare coi detective privati collaboratori della mia agenzia investigativa Octopus sorveglianze in tuta mimetica ghillie prima di pianificare l’esfiltrazione.

L’appostamento comportava due rischi: quello di morire assiderati e quello di sgraditi incontri con animali selvatici, tra cui gli orsi, pertanto mi feci consigliare da veri esperti (non come quelli del Fugatti) sulle precauzioni e i comportamenti da adottare. Consigli che furono preziosi in un paio di casi in cui gli investigatori privati dell’agenzia investigativa Octopus fecero incontri ravvicinati del “orso tipo”.

          In tempi più recenti un cliente della mia agenzia investigativa Octopus di Milano mi chiese di sorvegliare cosa facesse sua moglie quando si trovava in un podere sperduto nelle campagne toscane. All’epoca si faceva un gran parlare del sovrappopolamento dei cinghiali nella terra del Sommo Poeta e lo stesso cliente mi mise in guardia dal rischio di essere attaccato da qualche verro, dovendo io svolgere l’appostamento nella boscaglia che circondava il podere.

Invece di farmi intimorire o considerare le armi come unica precauzione, lessi quanto più possibile sui cinghiali, mi feci consigliare da un naturalista appassionato della specie sui comportamenti da adottare e feci uno dei più belli appostamenti che abbia mai fatto nella mia carriera di investigatore privato, facendo conoscenza con una mamma cinghiale che, superate le prime diffidenze, mi veniva a salutare ogni giorno insieme ai suoi cuccioli.