L’Agenzia investigativa che si occupa d’indagini pro-bono in favore degli animali deve evitare le leggende metropolitane animaliste e gli animalisti da tastiera.

Le indagini pro bono devono essere attentamente valutate dall’Agenzia investigativa

L’Agenzia investigativa che si occupa d’indagini pro-bono in favore degli animali deve evitare le leggende metropolitane animaliste e gli animalisti da tastiera.

         Ci sono alcune leggende metropolitane che circolano tra gli animalisti, contribuendo a farci apparire come persone isteriche, fissate e poco affidabili. Una di queste è la teoria secondo cui esisterebbe un traffico di cani e gatti randagi destinati alla vivisezione in Germania (chissà poi perché solamente in Germania; forse per una sorta di evocazione storica sull’olocausto).

         Ricordo come fosse ieri quando mi sono imbattuto in questa bizzarra teoria: ero seduto nella mia Agenzia investigativa insieme con alcuni animalisti che mi chiedevano d’indagare, pedinando i furgoni stipati di bestiole e diretti in Germania. Io, ancora giovane e inesperto sull’argomento, stavo per prendere in carico il caso (ovviamente pro-bono), quando – ecco! – affiorare tra i miei potenziali “clienti” alcuni segni d’instabilità emotiva e mentale: il traffico vedrebbe coinvolte anche alte cariche dello Stato e frutterebbe milioni di euro, perché ciascun cane o gatto viene pagato anche 2/300.000 lire (è una bubbola che viaggia da prima dell’euro).

         Mi sbarazzai di quel gruppetto di perdigiorno. Tuttavia, quando fui solo nell’Agenzia investigativa, mi accorsi che qualcuno aveva dimenticato sulla scrivania un articolo in cui si scriveva di un effettivo sequestro di una trentina di cani meticci, di età differenti, alcuni piuttosto macilenti e tutti diretti verso il nord dell’Europa. Volli approfondire: parlai con chi aveva effettuato il fermo e con alcuni vivisettori (nel mio mestiere le persone più abbiette sono gli informatori migliori), sorvegliai alcuni di questi “trasportatori” e feci un’articolata indagine, dalla quale emerse tutta un’altra verità.

         I vivisettori non farebbero mai esperimenti su cani o gatti o altri animali randagi, di cui non conoscono perfettamente lo stato di salute e l’anamnesi veterinaria, perché altrimenti rischierebbero di fare esperimenti inaccettabili “scientificamente”, che non gli verrebbero pagati dalle case farmaceutiche (non per altro). Questo fatto ha trovato conferma nella vicenda dell’orrendo allevamento di Montichiari Green Hill, dove i cani erano appositamente allevati in perfetta salute per il turpe scopo (e non avete idea di quante Green Hill esistano nel mondo).

         Per quanto riguarda i furgoni e le staffette e i viaggi di animali all’estero, c’è tutta un’altra storia sotto: in mezzo all’encomiabile sforzo di numerose e numerosi animalisti che tentano di collocare cani e gatti al nord, alcuni delinquenti hanno pensato a un espediente per lucrare sulle sfortunate bestiole. Questi subumani si accordano con l’amministrazione municipale dei Comuni incapaci di affrontare seriamente la piaga del randagismo e propongono soluzioni definitive o quasi a fronte di un costante e irrisorio obolo oppure di una somma importante, ma pagata una tantum. Quindi, con la complicità di loro compari all’estero, i delinquenti riescono a collocare gli animali in canili o gattili stranieri, dove esiste la kill list, sbarazzandosi del “problema”.

         Si, perché tutti quelli che inveiscono contro il randagismo al sud e contro la violenza cui spesso sono esposti i randagi in meridione, dimentica che in quasi tutto il resto d’Europa e del mondo, anche in nazioni così dette civili e molto opulente, la bestiola randagia, che non sia reclamata o collocata entro termini stabiliti, viene soppressa.

         Pertanto io, che ho visto i video delle soppressioni girati sotto copertura dai detective della mia Agenzia investigativa nei canili puliti e ordinati come fossero cliniche, quando mi trovo nelle rispettive nazioni di appartenenza, che millantano un livello di civiltà inesistente, rimpiango la gente del sud che, a parte qualche delinquente, convive pacificamente con cani e gatti in strada, persino allungando loro un pasto.