Il giovane Seid Visin si è suicidato, ma il razzismo non c’entra.

Il giovane Seid Visin si è suicidato nonostante la sua bella famiglia e una vita tutto sommato fortunata
Il giovane Seid Visin si è suicidato nonostante la sua bella famiglia e una vita tutto sommato fortunata

Il giovane Seid Visin si è suicidato nonostante la sua bella famiglia e una vita tutto sommato fortunata. E per i più semplicioni o per quelli in mala fede lo ha fatto a causa del razzismo. L’aspetto più vergognoso sta nel fatto che, nonostante le smentite del padre del suicida, i soliti giornalisti da poco, opinionisti da strapazzo e politicanti inutili hanno strumentalizzato questa tragedia per darsi importanza e aggredire gli avversari politici, nascondendosi sotto l’antirazzismo esattamente come quelli del KuKlux Klan si nascondevano sotto i loro cappucci nell’America post secessionista.

Smentita del padre di Seid a parte, chiunque abbia a che fare, per lavoro, coi comportamenti giovanili autodistruttivi capisce già ascoltando i media che nel suicidio del giovanotto il razzismo c’entra poco. Persino io, che sono un semplice titolare di agenzia investigativa, quando mi occupo di sorveglianze su giovani a rischio, comprendo come certe tendenze autodistruttive giovanili siano incontrollabili e imponderabili.

La maggior parte dei suicidi sono innescati da meccanismi mentali che nessuno conosce esattamente, infatti molti di essi avvengono quando il soggetto sembra aver superato la propria crisi personale o addirittura non ne aveva mai dato segnali. “Non ci siamo accorti di nulla”, “Non l’avremmo mai pensato”, “Sembrava stare oramai molto meglio” sono le frasi che ho sentito più spesso da parenti e amici dei suicidi. Ebbi modo di provare personalmente la sorpresa e l’impotenza che ti procurano simili tragedie quando un detective della mia prima agenzia investigativa Octopus di Bergamo si sparò dopo aver concordato il pedinamento che avrebbe iniziato il giorno successivo.

         Ogni volta che genitori, preoccupati per i figli depressi o con tendenze autodistruttive, si rivolgono alla mia agenzia investigativa Octopus per farli sorvegliare, tendono a colpevolizzarsi, ma nella maggior parte dei casi non esiste un responsabile o, almeno, non ne esiste uno solo. Le tendenze suicide, specie quelle di un giovane, raramente dipendono esclusivamente dall’ambiente che lo circonda, sono piuttosto già nella sua psiche. Come scrissi nel mio manuale investigativo ‘Cameras&Guns’, il 50% delle morti violente nel mondo sono dovute ai suicidi e l’altro 50% riguarda insieme i morti in guerra (20%) e le vittime di delitti (30%).

         Col suo gesto il suicida, oltre a sorpresa e sensi di colpa, talvolta innesca una sorta di rifiuto nelle persone che gli erano vicine. I familiari del morto suicida negano l’accaduto al punto da ipotizzare che il suicidio sia stato indotto o che addirittura mascheri un omicidio. Ho avuto diversi clienti rivoltisi alla mia agenzia investigativa Octopus per incaricarmi d’indagare sui suicidi giudicati sospetti dai loro cari: solamente un paio di volte, per la verità, avevano ragione. Ma nella maggior dei casi i loro dubbi erano un estremo opporsi alla rassegnazione e le mie indagini sono più che altro servite a elaborare il loro lutto.