Vanessa Zappalà uccisa dall’ex-fidanzato Tony Sciuto: le istituzioni non hanno più alcuna scusante.

Per il femminicidio di Vanessa Zappalà le istituzioni italiane non hanno scusanti.
Per il femminicidio di Vanessa Zappalà le istituzioni italiane non hanno scusanti.

Tony Sciuto perseguitava da molto tempo la sua ex-fidanzata Vanessa Zappalà, un fior fiore di ragazza che, con la tipica incoscienza femminile in casi simili, aveva rassicurato una sua amica “tranquilla non fa niente, è solo geloso…”.

La giustificabile sottovalutazione del pericolo da parte delle donne invischiate in relazioni tossiche è un problema noto, legato all’istinto materno e alla vocazione da crocerossine che rende così amabile l’universo femminile. Tuttavia le istituzioni non hanno più alcuna scusante: è chiaro che sono impantanate tra la pigrizia e il menefreghismo dei loro rappresentanti, impermeabili al Codice Rosso o a qualsiasi altro sforzo legislativo.

          Quando una cliente si rivolge alla mia agenzia investigativa Octopus per un caso di stalking, sono solito tracciare un profilo dello stalker per valutarne la pericolosità. Quasi sempre è difficile fare previsioni, ma nel caso di Tony Sciuto direi che il drammatico epilogo era scontato; come mai nessuno tra giudici e forze dell’ordine ha colto la gravità della situazione?

Purtroppo in Italia nessun rappresentante delle istituzioni rischia il posto o un processo o una condanna risarcitoria a fronte di tanta incompetenza e indolenza, forse, invece del Codice Rosso e altri provvedimenti del genere, bisognerebbe responsabilizzare chi è deputato a proteggere i cittadini. Uno come Tony Sciuto avrebbe dovuto farsi tutta la galera prevista dal Codice Penale. Come al solito i magistrati si sono giustificati, dicendo d’aver semplicemente applicato la Legge, ma tutti noi sappiamo che non è così e inoltre, da certe persecuzioni giudiziarie che avvengono spesso in Italia per fini politici, sappiamo che i magistrati possono rendere la vita un inferno a qualsiasi imputato.

          Quand’anche ai domiciliari, tutti gli stalker dovrebbero essere sottoposti a un lungo periodo di tracciamento elettronico obbligatorio anche ben oltre la fine pena. Tuttavia i braccialetti elettronici in Italia sono come i taser: piuttosto che approvarne e diffonderne l’impiego a beneficio di tutti, si preferisce polemizzare sui morti causati dalla loro assenza.

Il tracciamento elettronico per bloccare o prevenire gli stalker è una impagabile risorsa anche per l’investigatore privato che voglia proteggere i propri clienti: quando una povera donna perseguitata si rivolge alla mia agenzia investigativa Octopus, riesco a restituirle un po’ di serenità satellizzando la vettura del suo stalker e individuando il localizzatore GPS piazzato dallo stalker sotto l’auto della sua vittima.

Da quando ho aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus a Bergamo e anche successivamente, quando ho trasferito l’agenzia investigativa Octopus a Milano, posso dire di aver addirittura salvato la vita ad alcune clienti grazie alla contro-sorveglianza, ultimamente resa più semplice e abbordabile attraverso i localizzatori satellitari.