Il Qatargate sembra espandersi a macchia d’olio.

In 34 anni durante i quali la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata di corruzione aziendale e politica, non ho mai incontrato qualcuno intenzionato o in grado di combattere seriamente clientelismo e malcostume (foto © Le Soir – i soldi trovati in casa Panzeri e Kaili)
In 34 anni durante i quali la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata di corruzione aziendale e politica, non ho mai incontrato qualcuno intenzionato o in grado di combattere seriamente clientelismo e malcostume (foto © Le Soir – i soldi trovati in casa Panzeri e Kaili)

Dopo gli arresti di Pier Antonio Panzeri, Pier Niccolò Figà-Talamanca, Eva Kaili e Francesco Giorgi, adesso l’indagine sembra espandersi a macchia d’olio con l’avvio di una “fase 2” e la Procura Federale Belga si sta interessando all’eurodeputato Andrea Cozzolino, a Marc Tarabella e a Maria Arena. Il Quatargate ci insegna ancora una volta che la corruzione non conosce confini né limiti.

          Nella mia esperienza di investigatore privato, titolare dal 1988 dell’agenzia investigativa Octopus che si occupa sovente di corruzione, ritengo che lo scandalo (se non insabbiato) assumerà dimensioni inimmaginabili e ancora non sarà svelato tutto sulla sua reale portata.

          Del resto, in 34 anni durante i quali la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata di corruzione aziendale e politica, non ho mai incontrato qualcuno intenzionato o in grado di combattere seriamente clientelismo e malcostume. Conosco abbastanza bene il fenomeno, perché me ne sono occupato sia come investigatore privato autorizzato alle indagini penali difensive o di parte civile, sia come detective privato incaricato di verificare la fedeltà aziendale.

          La prima volta che mi occupai di corruzioni fu con lo scandalo delle “lenzuola d’oro” presso le ferrovie: avevo aperto da poco la mia prima agenzia investigativa Octopus a Bergamo è fui più sorpreso dalla sfacciataggine delle persone coinvolte. A dire il vero gli imprenditori, per quanto corrotti, avevano ancora qualche pudore, erano consapevoli di commettere reati. Mentre invece i politici agivano come se le mazzette facesse di diritto parte dei loro benefit.

          Più tardi, quando avevo aperto la mia seconda agenzia investigativa Octopus a Milano rimasi basito da un’intercettazione tra presenti registrata tra un costruttore edile e un politico, entrambi corrotti: quest’ultimo si lamentava col costruttore per avergli presentato persone poco pulite sotto il profilo giudiziario. Il politico non si rendeva nemmeno conto d’essere lui stesso una persona poco pulita e di quanto avesse bisogno di quelle persone per continuare ad incassare le mazzette cui era abituato.

          La politica corrotta produce aziende costrette a barcamenarsi tra burocrazia e corruzione per sopravvivere, pertanto abitua alla corruzione anche i dirigenti di quelle aziende. Nei primi anni di carriera come investigatore privato mi veniva spesso richiesto dalle proprietà aziendali di monitorare la fedeltà di alcuni dirigenti e verificare il loro grado di corruzione. Poi, piano piano i fondatori di queste grandi aziende, invecchiando, hanno venduto a investitori e a nessuno è più fregato nulla della corruzione se non per salvare le apparenze attraverso inutili protocolli. Fu comica una circostanza in cui un dirigente mi propose una grossa indagine aziendale interna anticorruzione, però pretendeva una mazzetta. Ovviamente rifiutai perché sono allergico alle bustarelle.

          Qualche anno fa un “genio” di un’importante università insegnò ai suoi corsi aziendali di turnare i fornitori per combattere la corruzione: ne conseguì che le bustarelle furono semplicemente frazionate a seconda degli incarichi e che nessun fornitore ricevette incarichi abbastanza sostanziosi da motivarlo ad agire senza risparmiarsi nell’interesse del suo cliente.