Il programma Zona Bianca ha battuto ogni record nel trattare il caso di Alessandro Impagnatiello assassino di Giulia Tramontano.

Da investigatore privato penalista e titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda so che in cronaca nera non c’è mai limite allo schifo giornalistico, ma mercoledì sera il programma Zona Bianca, seguito da molti altri, ha battuto ogni record nel trattare il caso di Alessandro Impagnatiello assassino di Giulia Tramontano e del figlio che portava in grembo.

Raramente nella mia carriera di investigatore privato ho assistito a un cosìcattivo giornalismo come nel caso del femminicidio di Giulia Tramontano.
Raramente nella mia carriera di investigatore privato ho assistito a un così
cattivo giornalismo come nel caso del femminicidio di Giulia Tramontano.

Della serie “un mostro in prima pagina non ci basta più, ne vogliamo due” Giuseppe Brindisi, conduttore di Zona Bianca su Rete 4, ha ventilato l’ipotesi che la signora Sabina De Paulis, madre dell’assassino, sarebbe coinvolta quanto meno nell’occultamento di cadavere della povera Giulia. Poi ha fatto seguire uno scandente, anzi scadentissimo servizio giornalistico durante il quale si è spiegato che il sospetto scaturisce dal fatto che madre e figlio nella giornata di lunedì 29 maggio, quando Giulia e suo figlio erano già morti, avessero chiesto informazioni sulle telecamere del Bar N9ve di Senago sito a un centinaio di metri da dove era stato trovato il cadavere della scomparsa.

Ora non bisogna essere un investigatore privato esperto in persone scomparse per sapere che, quando un familiare si allontana senza spiegazioni, una delle tante cose che si fanno è quella di cercare di acquisire il maggior numero di video lungo le possibili vie di fuga. Io personalmente, nei casi di rintracciamento, ho spesso “incaricato” gli stessi familiari e clienti della mia agenzia investigativa Octopus (per evitare che impazzissero a casa nell’attesa) di cercare e individuare telecamere da segnalare alle Forze dell’Ordine.

E, inoltre, non c’è bisogno d’essere Hercule Poirot per sapere che in simili situazioni l’assassino si mimetizza, fingendosi convinto di un allontanamento volontario della sua vittima e cercandola alacremente insieme a familiari e conoscenti ignari.

Al “buon” Beppe di Zona Bianca, invece, non sono neppure sorti questi dubbi. Anzi, ha mandato un suo “inviato” a intervistare il barista che, incalzato dall’intervistatore, si è sbilanciato come fosse un criminologo esperto e ha palesato la sua personalissima ma devastante sensazione che mamma Sabina dovesse essere già al corrente dell’omicidio. E questo scadente servizio giornalistico si sono accodati tutti i media

Da quando ho aperto la mia prima agenzia investigativa Octopus a Treviglio sino ad oggi, che ho l’agenzia investigativa a Cassano d’Adda, e nei vent’anni in cui avevo spostato la sede dell’agenzia Investigazioni Octopus a Milano, mi sembra che il cattivo giornalismo non sia mai cambiato. Chissà mai se prima di concludere la mia attività di investigatore privato riuscirò a vedere un miglioramento che riguardi la categoria in generale e non solamente qualche raro illuminato e intellettualmente onesto professionista della notizia.

L’aspetto peggiore del cattivo giornalismo, oltre al processo mediatico in grado d’influenzare quello giudiziario, consiste nel fatto che alcuni PM prendono spunto dai giornali per indirizzare le loro indagini e che in tutta questa confusione mediatica perdono di vista gli obbiettivi fondamentali del loro lavoro, che nel caso specifico sarebbero di stabilire se ci sia stata o meno premeditazione nell’omicidio e di stigmatizzare con equità eventuali condotte aggravanti dell’efferato delitto.