Come funziona il TASER e come ha salvato la vita a 270.000 persone

Cosa è il taser e come può essere usato legalmente per proteggerti da minacce e pericoli quotidiani.

Come difendersi con gli spray antiaggressione legali.

Si sa che da investigatore privato, abilitato alle indagini criminalistiche e penali difensive, sono fortemente prevenuto nei confronti della stampa e dei mass media, ma ditemi voi se l’ANSA ha notiziato correttamente con questo titolo: “I Carabinieri usano il TASER, uomo accusa un malore e muore”.

Poi vai a leggere in dettaglio la cronaca della disgraziata vicenda e scopri che è stata la stessa vittima a chiamare il 112, perché, probabilmente in preda ad allucinazioni da alcol e droga, temeva la presenza di estranei in casa sua.

Tuttavia, quando i Militi sono arrivati, l’uomo ha percepito come ostili anche loro: si è barricato in una camera, dalla finestra della quale si è lanciato, cadendo. Fortunatamente per lui il salto è stato di soli due metri circa.

Ma poi l’uomo, ripresosi dalla caduta, ha tentato di aggredire i Carabinieri che hanno dovuto usare il TASER per renderlo inerme. Poco dopo l’uomo ha avuto un arresto cardio-circolatorio e non sono valsi a nulla i tentativi di rianimarlo da parte dei Sanitari già presenti sul posto.

Se, invece di essere detective privato e titolare dell’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda, fossi giornalista, avrei intitolato: “Un uomo sotto effetto di alcol e droga muore dopo aver aggredito i Carabinieri, che si sono dovuti difendere col TASER”. Suona molto più onesto intellettualmente e giornalisticamente.

Cos’è esattamente il TASER

Il TASER è stato inventato dall’ingegnere aerospaziale John Higson Cover Jr nel 1970. Consiste in una pistola che lancia due dardi alla velocità di 90 metri al secondo, i due dardi hanno una gettata massima di 11 metri (in Italia 7), perché restano collegati a due cavi sottili che permettono di azionare a distanza scariche elettriche invalidanti, agendo sul grilletto.

Quando l’Ingegner Cover Jr inventò la pistola elettrica lo chiamò TASER, ispirandosi all’acronimo del titolo di un libro scritto da Victor Appleton nel 1911 intitolato ‘Thomas A. Swift’s Electric Rifle’(“Fucile Elettrico di Thomas A. Swift”).

Probabilmente una sua lettura giovanile che lo aveva molto colpito.

I TASER balistici in Italia e quasi ovunque nel Mondo sono consentiti solamente alle Forze dell’Ordine con precise regole d’ingaggio.

In Italia è teoricamente possibile ottenere il permesso di detenere in casa o portare con sé per autodifesa il TASER per autodifesa, ma ci vuole il permesso dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, come se si trattasse di una pistola, e non mi risultano permessi rilasciati per pistole a scariche elettriche.

Esistono anche gli ‘storditori elettrici a contatto’ (impropriamente detti ‘TASER a contatto’), che sono di libera vendita consentiti ai civili per difesa abitativa, ma che non possono essere portati indosso come arma da difesa personale.

Poiché, sebbene non considerati armi, sono oggetti ‘atti ad offendere’ al pari di coltelli, bastoni telescopici, mazze ferrate, tirapugni, ecc.

La demonizzazione del TASER e dello spray antiaggressione.

Il TASER, così come lo spray antiaggressione, è stato demonizzato da più d’un inutile, anzi: dannoso perbenista, ma ha evitato e sta evitando ancora in tutto il Mondo centinaia di migliaia di ferimenti e di decessi tra le Forze dell’Ordine, e persino tra i “cattivi”.

In Italia abbiamo questa paura immotivata delle armi: quando sono utilizzate dalle Forze dell’Ordine, si grida all’abuso di potere e, quando sono impiegate da bravi cittadini per autodifesa, si blatera di Far West.

Gli spray antiaggressione e i TASER sono stati introdotti tardivamente in Italia, negando per anni il diritto all’autodifesa dei più deboli; in particolare delle donne.

Ricordo d’aver sempre finto di non capire quando le investigatrici private collaboratrici della mia agenzia Investigazioni Octopus di Milano mi dicevano d’essersi procurate uno spray illegale.

In particolare lo spray al peperoncino, prima d’essere approvato, è stato oggetto di discussioni istituzionali tragicomiche, durante le quali veniva assimilato agli esplosivi in quanto contenente gas a pressione.

Mentre le potenziali vittime erano abbandonate a loro stesse, esperti e politici con la scorta hanno valutato accuratamente e discusso per anni che non vi fossero controindicazioni alla salute di stupratori e malandrini.

Qualcuno di questi così detti esperti sollevò la questione della pericolosità degli spray in mano a rapinatori e malintenzionati. E, infatti, i balordi li usavano già da anni su vittime inermi e disarmate in barba a tutta la prudenza istituzionale; o dovrei dire inettitudine.

Poi, finalmente, gli spray antiaggressione sono stati autorizzati, ma con due limitazioni tipiche della fobia italiana per le armi: la capsicina (principio urticante, oleoresin capsicum) non deve superare il 10% del contenuto della bomboletta, pertanto hanno scarsi effetti su aggressori particolarmente alterati o sotto l’effetto di droghe.

Un mio collega investigatore privato statunitense con l’agenzia investigativa in California mi ha mostrato un video in cui cercava invano di fermare un attacker sotto l’effetto di crack con uno spray al 25% di oleoresin capsicum. Fortunatamente il mio amico è una montagna di muscoli ed è riuscito a rendere inerte il malintenzionato con la forza fisica. Ma non oso pensare cosa sarebbe successo a una fanciulla dalla corporatura mingherlina con lo spray al 10% di capsicina consentito in Italia.

La seconda limitazione è una mancanza di considerazione nei confronti di tutte le donne: in tutto il mondo gli spray antiaggressione balistici, cioè quelli che non nebulizzano ma sparano un getto, hanno una portata massima intorno ai 6/7 metri; ebbene: in Italia la gettata massima è stata ridotta a tre metri.

Ciò penalizza soprattutto le donne e le vittime particolarmente deboli, poiché quanto maggiore è la gettata e tanto maggiori sono le probabilità di evitare l’avvicinamento dell’aggressore e la colluttazione corpo-a-corpo.

Ancora oggi in Italia il TASER, anche se è lo strumento meno letale dopo lo spray antiaggressione, viene concesso con inutili remore alle Forze dell’Ordine, dimenticando che salva ogni anno migliaia di aggrediti e aggressori.

Si, d’accordo: su 20.000 casi si sono verificati 5 decessi, però tutti avvenuti per l’intervento di concause secondarie, come abuso di droghe o cadute particolarmente sfortunate o problemi cardiaci che avrebbero dovuto suggerire comportamenti più cauti innanzitutto alle vittime.

Le regole per il corretto uso dello spray antiaggressione.

Lasciamo le indicazioni sulle regole d’ingaggio e i consigli nell’utilizzo del TASER agli istruttori delle Forze dell’Ordine e vediamo come gestire al meglio la propria difesa attraverso gli spray antiaggressione, il cui porto e utilizzo sono consentiti ai civili.

  • Esercitarsi. Come in tutte le discipline marziali l’esercizio preventivo per raggiungere una certa pratica, indispensabile a fronteggiare situazioni estreme e particolarmente stressanti.

Alcune aziende produttrici di spray dotati di ricarica, producono anche cariche inermi per esercitazione. Tuttavia l’esercizio col peperoncino fa prendere meglio le misure sui rischi di contaminazione indiretta.

  • Tenere il dispositivo sempre addosso e in una tasca da cui sia facile prenderlo. La borsetta o il borsello non sono posti consigliabili, poiché diventano spesso irraggiungibili in emergenza.

Addestro gli investigatori privati della mia agenzia investigativa Octopus 

di Cassano d’Adda a tenere sempre lo spray antiaggressione a portata di mano.

  • Controllare la data di scadenza del contenuto e, prima di essa, cambiare lo spray. Col tempo il contenuto dello spray perde la sua carica irritante.

  • È meglio lo spray antiaggressione balistico o a getto conico nebulizzato? Personalmente ritengo che il balistico, avendo una portata maggiore (che in Italia non deve superare i tre metri), evita maggiormente il contatto fisico con l’aggressore con evidenti vantaggi. D’altro canto lo spray nebulizzatore perdona maggiormente le imprecisioni.

Ciò che irrita dei pregiudizi sulle armi da difesa è il fatto che intaccano 

il diritto all’autodifesa delle persone più fragili, come le donne, 

e delle persone più esposte, come gli appartenenti alle Forze dell’Ordine. 

Quali alternative legali all’autodifesa?

Nei decenni in cui la mia agenzia investigativa Octopus si è occupata di violenza domestica e prevenzione anti-crimine, mi sono convinto che spesso un buon giubbotto antiproiettile è più utile di una pistola.

Quando avevo aperto la mia seconda agenzia investigativa Octopus a Milano, durante una fiera specializzata, avevo preso contatti con un’azienda che produceva maglie anti-accoltellamento e le procuravo alle mie clienti a rischio; in diverse occasioni il rimedio ha salvato la vita a vittime di stalking violento.

Ultimamente c’è una ditta francese, produttrice del famoso ombrello antiproiettile Para-Pactum, che confeziona anche dei capi d’abbigliamento protettivo niente male, qui il loro sito web.