Le esigenze di riservatezza nelle indagini aziendali interne
Le esigenze di assoluta riservatezza sono l’aspetto più delicato che l’agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda deve affrontare quando viene chiamata dalle aziende a supportare indagini interne.

Le esigenze di assoluta riservatezza sono l’aspetto più delicato che la mia agenzia investigativa Octopus di Cassano d’Adda deve affrontare quando viene chiamata dalle aziende a supportare indagini interne, siano esse state innescate da wistleblowing, da iniziative degli amministratori e dirigenti o da altre iniziative in ambito risk management.
In alcuni casi è possibile, nonché raccomandabile, ricorrere alle indagini penali difensive previste dal Codice di Procedura Penale e introdotte dalla Legge 397 del 7 dicembre 2000, per poter usufruire del segreto professionale tra i membri delle commissioni deputate alle indagini aziendali interne e l’avvocato che le coordina, nonché tra l’avvocato e il detective privato che lo assiste.
È anche per questo motivo che tutti gli investigatori privati dello Studio Investigativo Octopus di Cassano d’Adda sono muniti di autorizzazione alle indagini penali difensive.
Tuttavia, non bisogna confidare ciecamente nella inviolabilità delle comunicazioni tra cliente-avvocato e avvocato-investigatore privato durante le indagini penali difensive, perché è innegabile il malcostume di certi procuratori e operatori di polizia giudiziaria di considerare un optional il legal privilege tra l’avvocato e il suo cliente; e, ancora più opzionale, quello tra avvocato e i suoi consulenti, tra cui i detective privati penalisti.
Posso scriverlo con cognizione di causa, da investigatore privato penalista che si occupa di indagini penali difensive sin dalla fondazione del mio secondo Istituto Investigativo Privato Octopus a Milano; e d’indagini criminalistiche sin dal 1980, quando la figura dell’investigatore privato penalista non esisteva ancora e collaboravo in totale riservatezza con importanti avvocati penalisti.
A causa di questi miei inizi investigativi di detective privato criminalista in “clandestinità” e per il fatto che dopo oltre due decenni dall’entrata in vigore delle indagini penali difensive le Procure faticano ancora oggi ad abbandonare la vecchia impostazione inquisitoria, non mi sono mai fidato completamente del legal privilege in Italia.
In un processo per omicidio, in cui ero l’investigatore privato penalista dell’avvocato difensore dell’imputato, esaminando il fascicolo, scoprii che alcune comunicazioni avvocato-cliente non solo erano state intercettate, ma persino trascritte e depositate. Non è stata l’unica volta in cui ho constatato quanto fosse mal tollerato o addirittura ignorato dalle Procure il legal privilege tra cliente e avvocato.
Queste “sviste” delle Procure avvengono soprattutto nella fase iniziale delle indagini giudiziarie, che è il momento in cui più frequentemente amministratori o manager diligenti e previdenti chiedono al mio Ufficio Investigativo Privato Octopus di svolgere indagini penali preventive.
Ricevendo tali incarichi sono in parte rassicurato dal fatto che l’azienda abbia avuto la prudenza di affidarsi a un avvocato per usufruire del segreto professionale, tuttavia preferisco proteggere i Clienti del mio Istituto Investigativo Privato Octopus attraverso rigidi protocolli di sicurezza e moderne tecnologie piuttosto che affidarmi alle così dette garanzie di Legge.

l segreto professionale tra cliente e avvocato e tra avvocato e investigatore privato non mette al riparo da abusi da parte di certi Procuratori.
Come proteggersi dall’invadenza degli inquirenti istituzionali e dal processo mediatico, alimentato dalla fuga delle notizie processuali.
I consigli del detective privato penalista e dell’investigatore privato aziendale
Anche sotto la protezione del segreto professionale è meglio affidarsi alle seguenti cautele per mantenere la riservatezza delle comunicazioni e prevenire eventuali soprusi delle Procure:
Usare esclusivamente applicazioni di messaggistica non ancora intercettabili dai tecnici delle Procure e del tutto cancellabili in qualsiasi momento da remoto, agendo su uno qualsiasi degli smartphone in comunicazione.
Una mattina presto un Cliente della mia agenzia investigativa Octopus fu arrestato, dopo essere stato sottoposto a perquisizione in casa e a sequestro di vario materiale, tra cui i suoi smartphone.
Il Cliente era estraneo alle accuse mossegli; anzi: aveva attivato indagini difensive preventive, rivolgendosi all’avvocato per cui lavoravo, proprio per interrompere le condotte criminali portate a termine nella sua azienda, ma alle sue spalle.
Mi chiamò l’avvocato preoccupato che l’Accusa potesse leggere i nostri messaggi e conoscere in anticipo la sua strategia difensiva, ma io avevo già cancellato la chat di gruppo e le chat private avute col Cliente, non appena vista la notizia sui media. Feci notare all’avvocato che anche nel suo smartphone non c’era traccia delle nostre comunicazioni e ne fu sollevato.
Evitare riunioni in luoghi dove la polizia giudiziaria ha avuto accesso e potrebbe aver microfonato l’ambiente.
Non parlare mai a bordo di autoveicoli, sui quali è legalmente riconosciuta una minor aspettativa di privacy e pertanto sono più semplici da intercettare sia dal punto di vista legale sia tecnico-pratico.
Non portare mai gli smartphone con sé durante riunioni particolarmente importanti e riservate.
Non conservare nessun documento importante per la propria difesa, sia esso in formato cartaceo o elettronico, in posti che potrebbero essere oggetto di perquisizione illegittima.
Soprattutto immediatamente dopo l’entrata in vigore delle indagini penali difensive e dell’investigatore privato penalista, si sono verificati casi di perquisizioni illegittime presso le agenzie investigative del detective privato penalista con sequestro di documenti, che venivano abbondantemente letti e studiati dalla P.G. prima che l’avvocato riuscisse a ottenerne la restituzione.
È per questo motivo che mi sono abituato a non tenere i fascicoli dei miei assistiti né in ufficio né presso la mia residenza.
Durante la perquisizione farsi assistere dall’avvocato o da persona di fiducia in assenza del legale. Ma tenendo conto che, se questa “persona di fiducia” potrebbe essere sospettato d’essere coinvolto nei reati, per cui è in corso la perquisizione, la P.G. potrebbe procede alla perquisizione della vettura sulla quale è arrivato.

Lo studio investigativo Octopus di Cassano d’Adda non conserva alcun documento presso la propria sede, per prevenire perquisizioni illegittime a discapito dei propri Clienti da parte dell’Autorità giudiziaria.
Cosa fare quando l’indagine aziendale interna e le relative investigazioni private o penali svelano reati in corso.
Tutto dipende dalla gravità dei reati scoperti e dalla capacità di porvi fine senza ricorre all’Autorità. Direi che questa è più una domanda da rivolgere caso per caso all’avvocato che assiste l’azienda.
Aver seguito i protocolli e le procedure indicate dalla Legge, come nel caso del Whistleblowing, permette di affrontare più serenamente il ricorso alle Autorità.
In ogni caso, da investigatore privato, consiglio sempre i miei Clienti di:
Acquisire sempre e conservare prova della loro predisposizione a collaborare con le Autorità, attraverso intercettazioni tra presenti, screen-shot, ecc.
Non nascondere nulla di ciò che si è appreso, specie se è destinato a venire scoperto comunque.
Mettere a disposizione degli inquirenti tutti gli strumenti investigativi (leciti) già in essere per intervento dell’investigatore privato aziendale.
Un banale caso di assenteismo aziendale affidato al mio Ufficio Investigativo Privato Octopus, svelò l’impiego di automezzi aziendali in un traffico di droga. Quando l’azienda mia Cliente avvisò le Autorità, comunicai alla P.G. che aveva preso in carico le indagini le password per consultare i localizzatori satellitari che avevo piazzato sotto i veicoli.

Quando un’azienda scopre reati al suo interno, in assenza di una normativa capillare ed esauriente, il ricorso all’Autorità è spesso un salto nel buio senza garanzie.
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