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La Privacy in Auto: Tutto Quello Che Devi Sapere

Aspettarsi privacy dalla propria autovettura mi sembra ingenuo. Da quando la Tesla ha introdotto la prima auto con computer di bordo, poi, le vetture sono diventate emorragie viaggianti di notizie personali.

Quando fu introdotta la localizzazione satellitare investigativa, molti miei colleghi detective privati paventarono una riduzione del nostro lavoro, immaginando che nessuno ci avrebbe più affidato alcun pedinamento. Io, al contrario, ero del parere che il tracciamento satellitare avrebbe permesso l’accesso ai nostri servizi a una clientela molto più vasta, altrimenti esclusa per ragione di costi. E così è stato.

Da quando il tracciamento satellitare è stato riconosciuto quale ausilio al pedinamento per detective privati e istituzionali, molti miei colleghi investigatori privati precisano sui siti delle loro agenzie investigative o direttamente ai Clienti che l’utilizzo del localizzatore satellitare, applicato all’automezzo, deve essere gestito esclusivamente dal detective privato autorizzato; altrimenti il fai-da-te è illegale.

Per la verità si tratta di un atteggiamento inutilmente monopolistico verso le agenzie investigative, che io non ho mai condiviso.

E, infatti, le recenti sentenze mi danno ragione. Oramai, si sprecano le assoluzioni di coniugi gelosi che sono ricorsi a localizzatori GPS, persino dotati di microfono per l’ascolto ambientale, per verificare la fedeltà del partner attraverso i suoi spostamenti in automobile. L’ultima conferma, che io sappia, ce la dà la sentenza 3446/2024 della V sezione penale della Cassazione.

Immaginate un coniuge particolarmente povero, ma ricco di iniziativa e pratico di elettronica; cosa c’è di male se si arrangia da solo? I reati che potrebbe commettere riguardano, semmai, l’uso improprio delle informazioni ottenute, come violente scenate di gelosia o telefonate moleste o presa di contatto (indesiderata) con l’altro coniuge tradito, ecc.

Un bricoleur del G.P.S. non intacca il mercato delle investigazioni private, perché non può comunque permettersi le tariffe di una agenzia investigativa o è troppo avaro per affrontarle. Anzi: è più probabile che in seconda battuta, dopo aver capito chi è l’amante del partner e dove avvengono gli incontri, ingaggi un detective privato limitatamente all’ottenimento delle prove testimoniali e video-fotografiche utili in tribunale.

Questo atteggiamento monopolistico tra i colleghi non ha senso, anche perché nessun autodidatta della localizzazione satellitare riuscirà a raggiungere i livelli dell’ultimo investigatore privato della mia agenzia investigativa Octopus, capace di applicare il dispositivo GPS, senza farsi accorgere, in luoghi affollati o persino davanti all’utilizzatore dell’auto.

Come ho già raccontato nel mio manuale investigativo ‘L’agenzia investigativa del terzo millennio’ in un’indagine antitruffa scelsi la mia collaboratrice più carina e la istruii, affinché riuscisse a satellizzare l’auto del truffatore, mentre costui la aiutava a raccogliere le arance che lei aveva fatto rotolare sotto il veicolo.

Oltre all’abilità nel posizionare l’apparecchio GPS, la satellizzazione comporta competenze nella scelta del miglior localizzatore e nella interpretazione dei dati ottenuti col tracciamento, che nessun dilettante riesce ad eguagliare rispetto a un detective privato professionista.

Tornando alle sentenze, per fortuna che siamo in Italia, terra di santi, poeti, navigatori e legislatori ragionevoli. In buona parte dell’Europa e del mondo l’impiego dei localizzatori GPS ha restrizioni insensate a esclusivo beneficio di malandrini e fedifraghi.

Un mio amico investigatore privato statunitense, con agenzia investigativa in Florida, mi ha raccontato che là, l’uso dei localizzatori satellitari sui veicoli da parte del detective privato è consentito solamente se il Cliente dell’investigatore è intestatario del mezzo. Tuttavia, gli investigatori privati locali non si sono dati per vinti, ricorrendo ad apparecchi irrintracciabili (cosa che facevo anch’io quando l’uso dei localizzatori GPS non era stato ancora ratificato dal T.U.L.P.S. e che faccio tutt’ora quando ho a che fare col crimine organizzato). Nonostante la limitazione, in Florida il ricorso ai localizzatori satellitari è talmente diffuso che molte autofficine meccaniche offrono un servizio di ricerca dei GPS tracker.

Automobilisti e privacy

Aspettarsi privacy dalla propria autovettura mi sembra ingenuo. Da quando la Tesla ha introdotto la prima auto con computer di bordo, poi, le vetture sono diventate emorragie viaggianti di notizie personali con scarsa o nulla capacità di proteggere la privacy di chi le possiede e le guida.

Bisogna riconoscere che nell’ultimo anno si sta tentando di affrontare il problema, a seguito di uno studio eseguito dall’organizzazione no-profit californiana Mozilla Foundation, che ha evidenziato come le automobili di quasi tutte le marche vìolino sistematicamente la privacy, a causa dei computer di bordo, delle telecamere di sicurezza, della connessione sempre attiva, dei dispositivi d’emergenza automatici, delle scatole nere e dei localizzatori gps voluti dalle assicurazioni.

Vediamo nel dettaglio i punti deboli di queste “emorragie su ruote” di dati che sono le automobili. Punti deboli che non riguardano solamente l’ultimo periodo, ma risalgono all’immatricolazione del primo veicolo a motore termico:

  • La targa in Italia è registrata nel P.R.A. – Pubblico Registro Automobilistico, pertanto la sua intestazione, i precedenti proprietari, i dati del veicolo ed eventuali fermi amministrativi o iscrizioni ipotecarie sono facilmente consultabili da chiunque.

Oltre alla targa ci sono un’altra serie di utili indicatori sulle vetture, per chi sa osservarli e interpretarli:

  • Spesso la cornice della targa riporta la concessionaria dove il veicolo è stato acquistato o la carrozzeria dove è stata riparata, ecc.

  • Molti applicano decalcomanie alla vettura senza considerare che esse raccontano dettagli della propria vita privata a chiunque le osservi.

I più ingenui sono quelli che espongono il loro “stato di famiglia” sul portellone posteriore. Ho già raccontato, in un mio manuale per investigatori privati, che l’avvocato di una persona coinvolta nella mia indagine tentò di mettermi in difficoltà in sede di testimonianza in Tribunale, contestandomi il fatto che io conoscessi i nomi dei suoi figli minorenni e gridando alla violazione della privacy e chiedendomi con forza di spiegare come ne fossi venuto a conoscenza, paventando mie tecniche investigative poco ortodosse e troppo invasive.

Il controinterrogatorio da drammatico si trasformò in comico, col Giudice che rideva sotto i baffi, quando feci notare che i nomi dei due minorenni mi erano stati suggeriti da una decalcomania sull’auto dell’uomo, che rappresentava stilizzati tutti i componenti della famiglia con tanto di nome.

  • Le condizioni di manutenzione della carrozzeria dell’auto, delle gomme, degli interni e persino la loro pulizia parlano del suo proprietario dal punto di vista caratteriale ed economico.

  • Le manutenzioni, i tagliandi e le riparazioni, effettuate da officine autorizzate dal marchio automobilistico, sono conservate per ottimizzare l’assistenza, ma consentono anche di sapere dove il proprietario del veicolo vive o è stato temporaneamente.

Il marito di una cliente della mia agenzia investigativa Octopus di Milano non voleva dirle dove fosse andato esattamente durante una sua lunga trasferta di lavoro, che la donna sospettava essere stata un pretesto per vivere indisturbato una liaison extraconiugale.

Le consigliai di recarsi con l’auto del marito presso un concessionario della stessa marca, lamentando malfunzionamenti e dicendo di non ricordare quali interventi fossero già stati fatti inutilmente in tempi recenti. Sperando che il marito, piuttosto maniacale nella manutenzione dell’auto, avesse fatto fare qualche intervento durante la sua trasferta.

I meccanici della Concessionaria verificarono prontamente e le riferirono che l’ultimo tagliando era stato fatto in una cittadina del sud Italia, ma non risultavano riparazioni importanti.

Nella cittadina meridionale indicata dai meccanici (del tutto fuori zona dalla località di trasferta lavorativa riferita alla moglie) abitava una ex-fidanzata dell’uomo, con la quale colsi quest’ultimo in flagrante adulterio all’incontro successivo.

  • I sinistri stradali e la cronistoria del veicolo sono sempre più meticolosamente conservati a beneficio di un mercato dell’usato trasparente, ma permettono di conoscere dettagli sullo stile di guida e persino su eventuali invalidità permanenti del proprietario/usuario, analizzando i sinistri e le riparazioni importanti registrate.

  • Il Telepass memorizza tutti gli ingressi e i tratti autostradali della vettura. Per di più la Polizia Giudiziaria, partendo da questi dati, ha facoltà di acquisire i video ai caselli di entrata, verificando chi guidava ed eventuali passeggeri.

Non si contano le persone che si rivolgono alla mia agenzia investigativa Octopus per far seguire i rispettivi coniugi o dipendenti infedeli, perché hanno notato discrepanze tra i riferiti impegni della giornata e i movimenti del Telepass.

  • Le telecamere stradali nazionali e locali del traffico, sono consultabili dalla Polizia Giudiziaria e permettono di monitorare gli spostamenti quotidiani di un’autovettura, scoprendo molte abitudini del suo utilizzatore.

Recentemente mi sono occupato di una violenza sessuale per conto dell’avvocato della vittima, partendo dai movimenti in auto del sospetto stupratore, rilevati dalle telecamere stradali, verificati dai Carabinieri e depositati nel fascicolo processuale.

  • Le chiavi delle auto più recenti memorizzano l’ultima volta che sono state usate, permettendo di smascherare molti furti simulati per intascare fraudolentemente il rimborso assicurativo e di verificare alibi o testimonianze sospette.

  • Le scatole nere e i localizzatori GPS aiutano le Compagnie assicurative a prevenire le frodi e gli utenti a risparmiare sui premi assicurativi, ma sono una costante raccolta di dati sui nostri spostamenti.

  • A bordo della propria automobile proviamo un falso senso di sicurezza che ci induce a fare e a dire di tutto.

Una volta la Polizia Giudiziaria apriva con sofisticate attrezzature da scasso le auto degli indagati per microfonarle con cimici di ascolto a distanza, oggigiorno chiede direttamente alla Concessionaria una copia delle chiavi o, addirittura, apre canali audio-video già esistenti sull’abitacolo.

  • Le foto e videocamere degli ADAS – Advanced Driver Assistance Systems montate su molte moderne autovetture aiutano nella guida e possono dimostrare le dinamiche dei sinistri, ma sono anche occhi indiscreti perennemente aperti sui rispettivi guidatori e passeggeri.

  • La iper-connessione dei veicoli moderni è molto utile in caso di incidente o di guasto, aiuta a non perdersi e a trovare facilmente qualsiasi luogo, tuttavia espone i proprietari a una perenne emorragia di dati personali.

  • Infine, oggigiorno anche il semplice possesso o utilizzo dell’autovettura è degenerato in una perenne condivisione di dati personali.

Una volta si sceglieva una vettura, la si acquistava (pagandola a rate in assenza di soldi sufficienti) e la si considerava con orgoglio parte di sé nei successivi 5, 10, 15 anni.

Poi le finanziarie per l’acquisto dell’auto hanno preso piede, incoraggiando il ricambio dell’auto sempre più spesso, sino a trasformarsi in società di leasing e di noleggio a lungo termine.

Per carità: ci sono molte soluzioni convenienti nei moderni noleggi e leasing automobilistici, anche se fanno inorridire un automobilista attempato come me, tuttavia essi comportano condivisione di dati fiscali, finanziari, personali da far impallidire i migliori archivisti della Storia.